giovedì 24 luglio 2014

Una lotta da condurre anche in Occidente



Il Girl Summit di Londra dedicato alle violenze sulle donne. 

Fino a settecento milioni di donne nel mondo sono costretti a matrimoni forzati. Di queste, 250 milioni sono obbligate a sposarsi prima di aver compiuto 15 anni. Poi vi sono le mutilazioni genitali, un dramma che riguarda oltre 130 milioni di donne e ragazze in ventinove Paesi. Questo è l’inquietante e allarmante scenario fornito dall’Unicef al Girl Summit, che si è aperto ieri a Londra sui diritti delle donne. Organizzato dal Governo della Gran Bretagna e dall’Unicef, il vertice vede la partecipazione di esperti, di attivisti e di vittime di abusi, pronte a offrire la loro testimonianza.
Intervenendo al summit, il primo ministro britannico, David Cameron, si è detto determinato a raggiungere un obiettivo fondamentale, da egli stesso definito «il più nobile»: ovvero quello di rendere illegale in ogni luogo la pratica delle mutilazioni genitali. Non basta guardare solo all’Africa e al Medio oriente: la sfida, ha sottolineato il premier, deve partire anche in Occidente, tra le comunità ormai radicate in numerosi Paesi europei. Si calcola, per esempio, che fino a 137.000 ragazze in Inghilterra e Galles siano state sottoposte a mutilazioni genitali.
Da qui la stretta voluta dal primo ministro, con nuove misure che mirano a perseguire i genitori che non proteggono le loro figlie. In Gran Bretagna, ricorda l’agenzia Ansa, la pratica è illegale dal 1985, ma solo quest’anno sono stati adottati procedimenti giudiziari. 
Tra i partecipanti all’incontro vi è anche Malala Yousafzai, la giovane pakistana sopravvissuta a un attacco dei talebani e diventata portavoce dei diritti delle donne vittime di abusi e soprusi. Malala è venuta a Londra per ribadire un concetto espresso già più volte in passato: vale a dire che la chiave per la libertà e il progresso è garantire l’istruzione per le ragazze. Basti pensare che in Pakistan da tempo i talebani sono soliti compiere attacchi contro gli istituti femminili, radendoli al suolo, per impedire che le ragazze ricevano una formazione culturale. 
In occasione del Girl Summit l’Unicef ha chiesto alla comunità internazionale e all’opinione pubblica in generale rinnovati sforzi per favorire un futuro più sereno. E nel lanciare questo appello l’Unicef ha sottolineato che alcuni progressi sono stati compiuti: si stima che attualmente una ragazza sia tre volte meno esposta alla possibilità di subire mutilazioni genitali di quanto lo fosse trent’anni fa. E in alcuni Paesi, come Kenya e Tanzania, le cifre in merito si sono ridotte di un terzo rispetto a tre decenni fa. Ma alla luce di questi progressi, l’attenzione va sempre tenuta alta: altrimenti si rischia che entro il 2050, considerando l’impatto della crescita della popolazione, il numero delle ragazze sottoposte a mutilazioni genitali possa aumentare sensibilmente.
L'Osservatore Romano

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A Roma la cristiana Meriam, condannata a morte in Sudan. L'incontro con il Papa

A Roma la cristiana Meriam, condannata a morte in Sudan. L'incontro con il Papa


ROMA - Meriam Yahia Ibrahim Isha, la giovane cristiana condannata a morte a Khartoum, in Sudan, per apostasia e poi liberata, è arrivata con i due figli e il marito, Daniel Wani, in Italia su un volo della presidenza del Consiglio. Con lei il viceministro agli esteri Lapo Pistelli che segue da tempo il suo caso. Ad accogliere la 27enne sudanese il presidente del Consiglio Matteo Renzi, accompagnato dalla moglie Agnese, e il ministro degli Esteri Federica Mogherini. La donna è scesa dall'aereo con in braccio la figlia più piccola, Maya, nata mentre la madre era in carcere, lo scorso 27 maggio. Il viceministro Pistelli portava invece il figlio più grande, Martin, di un anno e otto mesi.

In tarda mattinata Meriam è stata ricevuta da papa Francesco che ha voluto porgerle personalmente il suo "grazie". A Santa Marta la giovane si è trattenuta circa mezz'ora in un'atmosfera che il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha definito "molto serena e affettuosa". "Il Papa - ha aggiunto - è stato molto tenero con lei, il marito, che era in carrozzella, e l'ha ringraziata per la sua testimonianza". Per Lombardi si è trattato di "un gesto di vicinanza e solidarietà per coloro che soffrono a motivo della loro fede e della pratica di fede. E questo va a al di là di quest'incontro così bello e attento". Da parte loro, Meriam e i loro "hanno ringraziato Francesco per il sostegno ricevuto e lo hanno informato sulla vicenda e la situazione attuale".

"Anche oggi siamo felici. Vi dirà tutto il viceministro Pistelli che ha curato questa operazione. Oggi è soltanto un giorno di festa", ha detto dal canto suo Renzi. Arrivando a Roma il vice ministro agli Affari esteri Pistelli, partito alle 18.45 di ieri per andare a prendere in Sudan Meriam, ha detto che la donna e "i due figli stanno bene sono in ottima forma". "Il Santo Padre è stato informato ieri dalla presidenza del Consiglio" dell'arrivo di Meriam "e ha espresso la sua gratitudine e la sua gioia - ha aggiunto - . Credo che Meriam e i due figli avranno degli incontri importanti nei prossimi giorni e poi si trasferiranno negli Stati Uniti". La donna potrebbe incontrare il Santo Padre come ha detto Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, in prima linea per la liberazione della giovane. Sul volo in arrivo dal Sudan Pistelli ha postato una foto, con un soddisfatto "Missione compiuta".


"E' una grande gioia - ha commentato il ministro degli Esteri, Federica Mogherini - . Abbiamo seguito il caso sin da prima che fosse resa nota la condanna. Grazie al grande lavoro fatto da tanti, oggi possiamo accogliere Meriam a Roma. Ora lei ha bisogno di tranquillità con la sua famiglia". Pistelli ha confermato che il governo continuerà a seguire il caso "fino alla fine". Poi ha detto che i casi di Meriam e dei Marò "sono molto diversi", spiegando che il governo è impegnato pancia a terra a risolvere il caso dei fucilieri. Non può essere messo in dubbio il nostro impegno e del Parlamento su questa vicenda, che continuerà fino alla conclusione". Pistelli ha anche ribadito l'impegno del Governo per la liberazione degli italiani ancora ostaggi in varie parti del mondo e delle ragazze nigeriane rapite da Boko Haram. 


Il caso di Meriam aveva commosso il mondo. È stata a lungo in carcere incinta del suo secondo figlio. Nata da padre musulmano, Meriam era stata cresciuta nella fede cristiana dopo l'abbandono del padre, ma per la Sharia anche la religione viene tramandata, di diritto, dalla linea paterna. Pur essendosi sposata con un cristiano, viene accusata non solo di essersi convertita ad altra religione, ma anche di aver commesso adulterio in quanto il matrimonio tra fedi diverse non può essere riconosciuto. 

La storia di Meriam era stato citato dal presidente del consiglio Matteo Renzi, in occasione del suo discorso di inaugurazione del semestre europeo a Strasburgo. Parlando di Meriam e delle ragazze nigeriane sequestrate dagli islamisti di Boko Haram, Renzi aveva sottolineato: "Se non c'è una reazione europea non possiamo sentirci degni di chiamarci Europa".