giovedì 28 agosto 2014

Educazione in digitale



Nuovi progetti per la rete Scholas occurrentes. 

(Nicola Gori) Oltre trecentomila scuole iscritte, appartenenti a 35 Paesi dell’America, dell’Europa e dell’Africa. I loro rappresentanti si ritroveranno in Vaticano dal 1° al 4 settembre per partecipare al terzo congresso educativo di Scholas occurrentes, la rete mondiale di istituti nata su impulso di Papa Francesco. Si discuterà delle iniziative e delle esperienze realizzate nell’ultimo anno e verrà presentata la piattaforma digitale che — come una sorta di “facebook educativo” — servirà per migliorare l’interscambio tra le scuole. Ne abbiamo parlato con Roberto Dabusti, incaricato della comunicazione delle Scholas occurrentes.
Qual è la specificità di questo incontro?
Si tratta del terzo congresso che si tiene in Vaticano; il primo si è svolto nel novembre 2013 e il secondo nel marzo scorso. Il nuovo appuntamento inizia lunedì con la partita di calcio interreligiosa organizzata allo stadio Olimpico di Roma per promuovere i valori della pace e dell’incontro, ma anche per sostenere le iniziative delle Scholas e della fondazione Pupi.
È un avvenimento importante perché vi partecipano cinquanta tra i più noti campioni di calcio del mondo, appartenenti a diverse religioni. Come il 13 agosto dello scorso anno, quando Papa Francesco piantò idealmente un ulivo per la pace affidandolo a Lionel Messi e a Gianluigi Buffon — capitani delle squadre dell’Italia e dell’Argentina che si sfidarono all’Olimpico — così sarà per la partita di lunedì prossimo. Nel pomeriggio, infatti, Papa Francesco riceverà i giocatori nell’Aula Paolo VI e darà idealmente il calcio d’inizio della partita, consegnando loro un ulivo che sarà piantato nello stadio come simbolo di dialogo e di pace. E sarà lo stesso Pontefice a concludere il congresso nella giornata di giovedì.
Su quale tematica verteranno i lavori?
Il tema è l’educazione come strumento di integrazione sociale e di promozione della cultura dell’incontro. Uno dei momenti principali sarà la presentazione della nuova piattaforma digitale — scholas.social — che servirà per un interscambio tra le diverse scuole del mondo. Sarà una sorta di “facebook educativo”. Si è potuto dare vita a questo nuovo strumento con il contributo di alcune aziende attive nell’ambito della tecnologia delle comunicazioni. Nel corso delle giornate verrà presentato anche tutto quello che è stato fatto durante l’ultimo anno per promuovere la cultura dell’incontro e dell’integrazione nelle università, nelle scuole e nelle istituzioni educative iscritte alle Scholas.
Che partecipazione prevedete?
Attendiamo più di duecento partecipanti. Nel programma sono previste delle testimonianze dirette, mentre nei gruppi di lavoro verranno presentate le varie attività. In questo anno abbiamo lavorato sul piano strategico ed è stata ampliata la rete a livello mondiale, come ci ha chiesto il Papa. Non facciamo altro che continuare l’opera iniziata da Jorge Mario Bergoglio a Buenos Aires, seguendo il programma che si chiamava escuelas de vecinos con obiettivi simili. Adesso il Pontefice vuole che quell’esperienza sia realizzata a livello mondiale. Per questo ha chiamato Enrique Palmeyro e José María del Corral, che già collaboravano con lui a Buenos Aires. Da quel 13 agosto 2013 si è cercato di gettare le basi del movimento, di trovare i contributi e di delineare l’organizzazione. Dal marzo 2014 è partita una nuova fase, quella di consolidamento — che si estenderà fino a dicembre 2017 — nella quale si svolgeranno sette incontri a livello regionale: tre nell’America latina, uno nell’America del Nord, uno in Europa e uno in Africa.
Come utilizzate lo sport per diffondere il vostro messaggio?
Nei mesi scorsi, approfittando dei mondiali di calcio in Brasile, abbiamo organizzato una singolare iniziativa. Lo stesso giorno dell’apertura dei campionati è stato lanciato il “mondiale educativo”, un’occasione per far riscoprire ai bambini anche altre realtà oltre il calcio. In Argentina circa diecimila bambini sono stati protagonisti di varie attività: tra queste, la visita al museo del calcio e alla sede del Parlamento, l’invio di un messaggio al Papa, la messa a dimora di un ulivo “virtuale” per la pace — attraverso una specifica applicazione — la partecipazione a vari giochi educativi che hanno permesso di conoscere meglio i Paesi partecipanti al mondiale. In quell’occasione è stata realizzata anche una campagna di raccolta di fondi per le scuole più povere. Un’altra iniziativa è stata quella che si è svolta il giorno precedente la finale tra Germania e Argentina. A San Paolo del Brasile è stata giocata la finale del “calcio di strada” e in quell’occasione è stato piantato un ulivo per la pace. È un simbolo che gira il mondo dal 2000, quando Bergoglio ne piantò un esemplare nella plaza de Mayo di Buenos Aires.
Come ci si aggrega alla rete?
Le scuole possono collegarsi al nostro sito in rete, registrarsi e iniziare a interagire con le altre. Con l’avvio della nuova piattaforma digitale la comunicazione sarà ancora più veloce. Fino a un mese fa, erano iscritte scuole di 35 Paesi, in maggioranza dell’America latina, del Messico e degli Stati Uniti d’America, oltre che dell’Europa e dell’Africa. Si tratta di scuole pubbliche e private, sia cattoliche sia legate ad altre religioni. Credo che attualmente siamo arrivati a 300.000 iscrizioni. È importante ricordare due consegne che il Papa ci ha dato: promuovere la fratellanza tra le scuole e lavorare per salvare l’infanzia. E le diverse istituzioni lo stanno già facendo. Con una logica particolare: non è una scuola che aiuta l’altra, ma più scuole che si scambiano le esperienze. L’integrazione digitale va di pari passo all’integrazione sociale. Su questo c’è molta attenzione da parte del Pontefice, tanto che quando gli abbiamo parlato della nuova piattaforma ci ha chiesto se fosse previsto il suo utilizzo anche sui cellulari.
Come potrebbe definire questa esperienza?
Scholas occurrentes è un movimento, una rete di scuole che lavora nell’ambito dell’educazione, basata sui pilastri della tecnologia, dell’arte, della cultura e, soprattutto, dello sport. È un’esperienza che si sta sviluppando a poco a poco: non si tratta di una fondazione autonoma, ma di una istituzione che si sviluppa nell’ambito della Pontificia accademia delle scienze, guidata dal vescovo Marcelo Sánchez Sorondo. L’accademia ha ora un suo ufficio in Argentina. E il Papa vuole che Scholas occurrentes abbia un posto in Vaticano.
Quali sono le principali linee di azione?
Siamo impegnati su quattro fronti. Il primo è la sensibilizzazione sui valori, in particolare quello della pace, soprattutto attraverso la messa a dimora degli ulivi. Cerchiamo anche di diffondere l’applicazione dell’“ulivo virtuale” con l’obiettivo di superare il milione di alberi piantati. Il secondo sono i programmi specifici che servono per l’integrazione dei bambini e dei ragazzi nelle rispettive comunità. Cerchiamo cioè di individuare i problemi e trovare una soluzione insieme con le autorità locali. Il terzo è l’appoggio a progetti educativi riguardanti situazione di particolare vulnerabilità, in particolare privilegiando quelli destinati a giovani lontani dal sistema educativo. Scholas non ha fondi propri, ma genera vincoli. Mette in contatto gente che vuole donare con chi ha bisogno e promuove e unisce le diverse scuole del mondo. Per esempio, una scuola dell’Africa e alcune dell’America condividono problemi ed esperienze, così come altre dell’Europa e dell’America latina sono in contatto tra di loro. Ci si scambiano idee ed esperienze, si condividono problemi e soluzioni. L’ultimo fronte è il sostegno alla comunicazione tra le scuole di tutto il mondo. Rientra in questo senso, il lancio della nuova piattaforma digitale con lo sviluppo di ulteriori sezioni al suo interno.
L'Osservatore Romano