venerdì 31 ottobre 2014

La verità è una “stella fredda”?



di Andrea Tornielli

Sulla Stampa ho pubblicato le prime due puntate di un viaggio nel post-Sinodo. Potete leggere la prima qui, e la seconda qui.
Oggi sul Foglio diretto da Giuliano Ferrara un editoriale riprende i miei articoli affermando che l’inchiesta “è tutta rivolta a polemiche retrospettive,aggressive e inutili contro i ratzingeriani, cioè gli intellettuali o voci laiche che scommisero sull’alleanza di ragione e fede contro il correttismo ideologico”. Ringrazio per la lezione, ho molto da imparare dal Foglio per evitare polemiche inutili e aggressive.
Mi interessa però fissare l’attenzione sull’ultima riga dell’editoriale di Ferrara, dove si legge: “La pastorale può essere calda e misericordiosa, ma la verità è una stella fredda“. Sono parole che meglio di qualsiasi inchiesta o articolo o commento descrivono quali siano realmente le posizioni in gioco. Il direttore del Foglio non ha – per sua stessa ammissione – il dono della fede: s’interessa delle cose di Chiesa da esterno, per così dire. E dunque comprendo benissimo come possa definire la verità “una stella fredda”.
Faccio molta più fatica, invece, a capire come possano seguire questa impostazione i cattolici per i quali la verità è una persona, Gesù Cristo. Non una “stella fredda”.
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Cardinale Giuseppe Versaldi: «Né conservatori né progressisti, i Padri sinodali sono fedeli al Vangelo»
Vatican Insider
 
(Domenico Agasso jrIl Presidente della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede racconta il Sinodo sulla famiglia in un’intervista al settimanale diocesano di Alessandria -- In questa fase di riflessione post-Sinodo straordinario sulla famiglia, bisogna essere attenti alle facili etichette (...)

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Il card. Burke e l’attivista gay

Da Libertà e Persona

di Jorge Soley
Per tutti quello che hanno seguito il recente Sinodo straordinario sulla famiglia sui media generalisti, il card. Burke è una specie di orco, un retrogrado intransigente e carente di misericordia, desideroso di infastidire gli omosessuali e i divorziati.
La realtà è ben diversa. Almeno questo è quello che si può intuire a partire dalla testimonianza di Erc Hess che ha pubblicato un articolo “Coming out of Sodom” in cui si riferisce ai suoi rapporti con l’allora vescovo Burke.
Hess spiega in questo modo la sua esperienza:
“Dal 1990 al 1994 sono andato in chiesa di tanto in tanto. Nel 1995 dissi al mio compagno che non potevo andare perchè ero molto arrabbiato con la Chiesa. Misi in una scatola tutti i miei crocifissi e bibbie e l’ho lasciata presso la sede del vescovo di La Crosse, Winsconsin, con una lettera in cui rinunciavo alla fede cattolica.
Con mia sorpresa, il vescovo Raymond Burke rispose con una amabile lettera esprimendomi la sua tristezza. Mi diceva che rispettava la mia decisione e che l’avrebbe notificata alla parocchia dove ero stato battezzato. Molto educatamente il vescovo Burke mi disse che avrebbe pregato per me e che sperava in un futuro nel quale volessi riconciliarmi con la Chiesa.
Come uno dei più espliciti attivisti gay del Winsconsin, pensai: “Che arroganza!”. Allora scrissi una lettera al Vescovo accusandolo di molestie. Gli dissi che le sue lettere non erano benvenute e gli chiesi come poteva osare scrivermi.
I miei sforzi non riuscirono a logorarlo. Il vescovo Burke mi inviò un’altra lettera assicurandomi che non mi avrebbe più scritto, però che se in futuro avessi preso la decisione di riconciliarmi con la Chiesa, egli mi avrebbe accolto con le braccia aperte.
In realtà il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non si diedero per vinti con me. Pochi anni dopo parlai con un buon sacerdote che ha unito le sue preghiere a quelle del vescovo Burke dall’agosto del 1998.
Il 14 agosto, festa di S.Massimiliano Kolbe e vigilia della Santissima Assunziona di Maria, la misericordia divina penetrò la mia anima mentre ero in un ristorante. Non sapevo, quando sono entrato in quel ristorante con il mio “compagno” da più di otto anni, che il Signore stava per afferarmi quel pomeriggio e portarmi fuori da Sodoma, al banco della sua misericordia risanante, il Santo Sacramento della Penitenza.
Il sacerdote che avevo consultato stava lì.Mentre lo guardavo una voce interiore parlò al mio cuore. Era soave, chiara dentro la mia anima. La voce mi disse: “Questo sacerdote è l’immagine di ciò che ancora può essere, se solo ti rivolgi a me”
Ritornato a casa dissi al mio compagno: “Devo andare alla chiesa cattolica”. Anche se ha versato qualche lacrima mi rispose in modo affettuoso: “Eric, lo sapevo da molto tempo. Fai quello che devi fare per essere felice. Fin dall’inizio sapevo che questo giorno sarebbe arrivato…”
Poi ho chiamato l’ufficio del vescovo Burke. La sua segreteria sapeva bene chi ero, così dissi che volevo che il vescovo Burke fosse il primo a sapere che rientravo nella Chiesa, che mi stavo preparando per il sacramento della Confessione. Mi ha chiesto di aspettare un attimo. Quando è ritornato mi ha detto che il vescovo voleva incontrarmi.
Dopo ho confessato i miei peccati ad un umile e devoto sacerdote, pastore di anime e ricevetti l’assoluzione. Come parte essenziale del mio recupero una buona famiglia cattolica mi diede rifugio fino a quando ho trovato il mio posto.
Un mese dopo la mia riconciliazione con Dio e con la Chiesa mi recai agli uffici del vescovo Burke e mi accolse con un abbraccio. Mi ha chiesto se ricordavo le mie cose che gli avevo inviato insieme alla mia lettera di abbandono della Chiesa. Certo che me en ricordavo. Il vescovo Burke le aveva conservate perchè era certo che sarei ritornato alla Chiesa.”
Hanno detto che è un mostro senza misericordia, un “homófobo” insensibile e ideológico….
fonte: Los blog de Religion en Libertad (nostra traduzione)