mercoledì 24 dicembre 2014

Dai villaggi turistici alle missioni in Brasile

La testimonianza di conversione di un operatore di Nuovi Orizzonti


Ci sono cristiani la cui vita di fede si sviluppa e cresce in modo tutt’altro che scontato, suggellata da una serie di “dio-incidenze” imprevedibili e sorprendenti. Sono quelle che comunemente vengono chiamate “conversioni”, che però, in realtà, non coincidono con il momento specifico dell’incontro di una persona con Dio ma abbracciano tutta la sua vita da quel momento.
I movimenti e le comunità nati negli ultimi 30-40 anni sono un gigantesco bacino di conversioni allo sguardo di Cristo, tutte quasi sempre assai credibili, in quanto avvengono nella piena libertà di scelta, in un mondo dove Dio viene escluso o ignorato.
Uno dei movimenti che ha senz’altro fruttato più conversioni è stato Nuovi Orizzonti, fondato da Chiara Amirante nel 1994, il cui cammino proposto è quello della “purificazione del cuore”, dopo la discesa agli inferi – il dolore , il disagio e la perdizione di una vita vissuta lontano da Dio – con la gioia che consegue al ritrovamento di Dio stesso e che va espressa e trasmessa perché non si perda.
La comunità Nuovi Orizzonti è nota per aver sottratto molti giovani alla tossicodipendenza, alla devianza e, più in generale, a tutte le forme di solitudine e di angoscia che caratterizzano il mondo contemporaneo.
Nel movimento fondato da Chiara Amirante, chi affronta un cammino di guarigione spirituale, diventa di solito una guida per gli altri, per coloro ai quali si vuole testimoniare la propria esperienza: questo percorso si vive comunque in modo assolutamente paritetico tra chi viene accolto e chi è volontario, senza differenziazione.
Enzo Fratamico, 40 anni a gennaio, è uno di quei giovani conquistati dal carisma della gioia di Nuovi Orizzonti, al punto da dedicarvisi a tempo pieno e svolgerne oggi la propria attività lavorativa stipendiata come operatore.
Nato in Germania da genitori molisani, cresciuto poi a Biella dai 5 ai 27 anni, Enzo ha ricevuto dai genitori un’educazione cattolica abbastanza rigorosa, frequentando l’oratorio fino a quasi tutta l’adolescenza.
È però un giovane curioso, vivace e d’animo irrequieto; l’ambiente oratoriale è per lui troppo “protetto, quasi chiuso”, mentre lui è attratto da “quello che c’è fuori”.
Qualche esperienza deludente fatta in parrocchia, lo spinge ad una vita lontana dalla Chiesa e dai sacramenti per circa una decina d’anni. “Come il figliol prodigo ho provato un po’ di tutto, anche pensare che la felicità fosse stare su una spiaggia bianca, davanti a un mare cristallino, con la barriera corallina a due passi, accanto a gente che ha soltanto voglia di divertirsi e star bene”, racconta Enzo a ZENIT.
La sua inclinazione spontanea era verso uno stile di vita edonistico, sperimentando però che “non appaga”, anzi delude e “senti sempre di più bisogno di colmare questo vuoto con esperienze sempre più estreme”.
Nella sua decennale full immersion nella cultura materialista e mondana del nostro secolo, Enzo è stato un uomo “di successo”, arrivando ad avere uno stipendio invidiabile, una vita relazionale intensa, tanti amici, successo con le donne ma mai la vera felicità cui ogni cuore umano nel suo profondo ambisce.
All’apice della sua carriera da animatore turistico, Enzo inizia a girare il mondo ed approda per un paio d’anni a Capo Verde, dove apre un disco-pub ed un ufficio-escursioni, coltivando il sogno di acquistare una villetta in riva all’Oceano Atlantico.
Enzo però non è mai soddisfatto ed inizia a domandarsi quale sia il vero senso della propria vita. In questa fase di persistente inquietudine, un giorno incontra una bimba del posto impegnata a giocare con il fango di una pozzanghera: la piccola è vestita di stracci ma basta pochissimo per farla felice.
“Il mio sguardo fissò quello di questa bambina - racconta - e lei mi fece un sorriso, sentii il mio cuore che uscì da me e si ruppe in mille pezzi. Mi chiesi come faceva questa bambina, che non aveva niente, a regalarmi quel sorriso, mentre io che avevo tutto stavo così male…”.
Chiedendo permesso alla mamma (in quell’isola Enzo è un vero “personaggio”, conosciuto da tutti), l’animatore fa vestire a festa la bambina e la conduce nel mondo scintillante ed effimero del suo villaggio turistico. Lei rimane indifferente, anzi… il suo sguardo si è rabbuiato. “Stavo offrendole qualcosa che, in realtà, non valeva nulla”, prosegue Enzo.
Una profonda crisi esistenziale, lo spinge ad abbandonare l’Italia e intraprendere una nuova attività, stavolta come controllatore di caldaie.
Enzo è ancora giù di morale, quando un amico cattolico praticante, intuendo il suo stato d’animo, gli dice: “Hai fatto tante cose per te stesso, adesso prova a farne una per Lui…”. Lui chi? Quel “Lui” non  può che essere qualcuno molto in alto…
Un senso di imbarazzo si impadronisce di Enzo: come riprendere un cammino di fede dopo dieci anni? “Di tornare in parrocchia mi vergognavo, lì ne avevo combinate tante… Decisi allora di andare dal vescovo della mia diocesi, gli dissi che avevo avuto la grazia della conversione e gli chiesi se era il caso per me di entrare o meno in seminario. Lui mi abbracciò e mi disse: ‘Non ti preoccupare, il Signore ti farà capire le cose per gradi…’”.
Per Enzo seguono mesi di preghiera, alla ricerca di un carisma nel quale collocarsi. Sua madre accoglie con lacrime di gioia il suo ritorno alla vita sacramentale: per anni aveva pregato per la sua conversione. Contemporaneamente Enzo si riavvicina al fratello gemello Maurizio, con il quale i rapporti non erano sempre stati facili, e inizia a pregare, a sua volta, per la sua conversione.
Qualche mese dopo, per l’ex animatore turistico, arriva una doppia grazia: il fratello gli annuncia di essersi trasferito a Piglio, in Ciociaria, presso la sede centrale di Nuovi Orizzonti, e di aver iniziato là un cammino di fede. Verso la fine del 2002, Maurizio invita Enzo a trascorrere il capodanno a Piglio, assieme a tutta la comunità.
Enzo accetta l’invito in un momento per lui nuovamente difficile, a causa del licenziamento dalla ditta di caldaie. Inizia così la sua seconda vita: per i successivi quattro mesi Enzo si adeguerà a dormire nella palestra della comunità, senza alcun riscaldamento e in un inverno freddissimo.
“La prima persona che mi accolse fu un ragazzo sdentato, ex tossicodipendente che mi disse: ‘ben arrivato!’ – racconta -. All’inizio non avevo capito bene dove ero finito, però avevo ben chiaro che, se volevo appartenere alla Chiesa, quella era la mia dimensione: il Vangelo vissuto in maniera molto radicale toccava le corde della mia anima, mi faceva capire che questo era il posto giusto”.
Enzo ha così iniziato a vivere quotidianamente il carisma di Nuovi Orizzonti, cogliendo la grazia di diventare “forte nella mia debolezza”. Il suo cammino di guarigione del cuore parte dal superamento della “paura dell’abbandono”.
Enzo aveva vissuto parecchie delusioni sentimentali, al punto che aveva preso l’abitudine di lasciare le donne con cui intrecciava relazioni, per evitare di essere lasciato.
Anni di volontariato, irrobustiti dalle catechesi tenute due volte a settimana da Chiara Amirante, ribalteranno completamente la sua prospettiva di vita, all’insegna della donazione totale di se stesso.
“La ricchezza di Nuovi Orizzonti – prosegue Enzo - sono comunque gli ultimi, le persone che nel giro di pochi mesi vedi rinascere; quando vedi che, attraverso di te e altri, la comunità fa miracoli, pensi che non puoi non godere di una bellezza tale, che non c’è nulla che ti possa riempire così tanto”.
Nel 2005 arriva un passo ulteriore: la decisione di partire come missionario laico in Brasile al seguito della comunità. È un’esperienza meravigliosa ma durissima per Enzo: vedere tanta miseria, bambini abbandonati o violentati lo fa quasi piangere dentro, pur intuendo un significato profondo a tutta quella sofferenza.
La fatica della missione lo fa persino ammalare ma è proprio in quella nuova croce che Enzo conosce per la prima volta l’amore vero. Un giorno si reca in cappella e chiede al Signore se la sua vocazione sia quella sacerdotale o quella matrimoniale. Pur non essendo ancora sicuro del suo legame con Lucia – una giovane conosciuta pochi anni prima in Comunità e presente alla missione – guadagna la certezza che il suo futuro è da marito e padre di famiglia.
Per alcuni anni sia Enzo che Lucia proseguono come volontari a Nuovi Orizzonti, percependo entrambi un rimborso spese di 200 euro ciascuno. Di comune accordo decidono di mettere da parte 100 euro al mese, fino al giorno del loro matrimonio, che verrà celebrato il 24 maggio 2008.
“Abbiamo messo insieme i classici due pani e due pesci – racconta ancora Enzo – e abbiamo messo su una bella cerimonia nuziale, con 330 invitati: fu una giornata indimenticabile”.
Enzo e Lucia hanno vissuto un fidanzamento di tre anni all’insegna della castità: una scelta coerentemente cristiana, quindi sofferta e tutt’altro che scontata. “È una delle condizioni per amare veramente – spiega Enzo - un modo sano di amare, di avvicinarsi l’un l’altra in modo puro, è la bellezza del vivere la vita carnale come una delle espressioni dell’amore”. Dal loro matrimonio sono nati due bimbi, Brigitta e Karol, che hanno ora 3 anni e 5 mesi.
I coniugi Fratamico continuano a lavorare e a dedicarsi a tempo pieno a Nuovi Orizzonti. In quanto coppia “anziana”, danno formazione alle coppie e ai membri più nuovi della comunità e due volte alla settimana si incontrano con le altre famiglie.
“L’obiettivo finale è quello di santificarci nella vita matrimoniale, essere un buon marito, una buona moglie secondo la legge dell’amore e del Vangelo, secondo il progetto di Dio”, conclude quindi Enzo.
Luca Marcolivio