giovedì 18 dicembre 2014

Orizzonti di pace e speranza



Nelle reazioni dei vescovi degli Stati Uniti e di Cuba. 

Un passo importante per la pace, la democrazia e il rispetto dei diritti umani. La svolta nelle relazioni tra Cuba e Stati Uniti è stata salutata con ampia soddisfazione anche dai due episcopati nazionali. I presuli dell’isola caraibica, in un comunicato della segreteria generale della Conferenza episcopale, hanno rilevato come le «importanti dichiarazioni» diffuse parallelamente dal presidente di Cuba, Raúl Castro, e da quello degli Stati Uniti, Barack Obama, «segnano una nuova tappa nelle relazioni tra i nostri due Paesi». Un passo, del quale «ringraziamo il Signore», che significativamente cade alla vigilia del Natale, e che «apre a nuovi orizzonti di speranza» che «illuminano la vita del popolo cubano».
Dai presuli cubani anche l’espressione di una «gratitudine speciale a Papa Francesco, che entrambi i capi di Stato hanno riconosciuto come un importante mediatore di un desiderio che ora si avvera». In questo senso, proseguono, «ci auguriamo che la volontà espressa dai presidenti contribuisca al benessere materiale e spirituale del nostro popolo». A ciò si aggiunge anche il sentito apprezzamento per il ritorno nella loro Patria dei tre cubani, così come il gesto umanitario compiuto nei confronti del prigioniero statunitense che ha potuto nuovamente abbracciare la propria famiglia.
Di gioia per la liberazione dei prigionieri parla anche la dichiarazione diffusa da monsignor Oscar Cantú, vescovo di Las Cruces, presidente della commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale statunitense. Il presule sottolinea soprattutto come l’episcopato americano sia incoraggiato da azioni che «favoriscono il dialogo, la riconciliazione, il commercio, la cooperazione e il contatto tra le nostre rispettive nazioni». Un percorso che dà ragione anche agli sforzi compiuti sempre dallo stesso episcopato che da tempo ha dichiarato «che i diritti umani universali saranno rafforzati attraverso un maggiore impegno tra il popolo cubano e quello americano» e che da decenni chiede «il ripristino delle relazioni diplomatiche». I vescovi, insieme alle altre misure annunciate, danno poi aperto sostegno alla revisione della posizione di Cuba tra gli Stati sponsor del terrorismo. «L'impegno è la strada per sostenere il cambiamento a Cuba» e il cammino del popolo cubano sulla strada della democrazia, dei diritti umani e della libertà religiosa. Si tratta ha detto l’arcivescovo di Miami, Thomas Gerard Wenski, di agevolare quel «cambiamento pacifico che offre una reale speranza per i cubani sulle due sponde dello stretto della Florida».
L'Osservatore Romano

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Da Wojtyla a Bergoglio   
La Repubblica
 
(Joaquìn Navarro-Valls) Era già sera. Il congedo, sotto l’aereo, dopo il viaggio di Giovanni Paolo II a Cuba. Poche parole. Le mani strette. Sorrisi evidenti. Finivano dei giorni pieni. Certamente con delle sorprese. Ma anche con un evolversi dei fatti prevedibile. Un Papa venuto dall’Est aveva aperto un percorso. Un altro Papa, venuto dal Sudamerica, oggi lo completa. Quella sera Fidel Castro e Wojtyla erano, per la seconda volta, all’aeroporto dell’Avana.

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Le garanzie e l’audacia di Francesco   
Corriere della Sera
 
(Andrea Riccardi) Un successo personale. Ottenuto abbandonando le tradizionali prudenze della diplomazia. Papa Francesco ha osato fare un appello personale ai leader dei due Paesi, Barack Obama e Raúl Castro. E i due capi di Stato gli hanno riconosciuto il merito di aver contribuito a costruire l’intesa. Lo hanno infatti pubblicamente ringraziato nelle due conferenze s t a m p a c o n te m p o r a n e e svoltesi ieri. Il Papa latino-americano ha aiutato Obama a uscire dall’impasse in cui la politica americana (soprattutto per motivi interni) era incagliata da decenni. Ma Francesco ha rappresentato anche una garanzia per Cuba, dove la Chiesa guidata dal cardinale Ortega ha condotto una politica di piccoli passi, guadagnando spazio sociale e interlocuzione civile. Da questa svolta il Papa (pastorale e non diplomatico) esce consacrato quale uomo di pace. La Guerra fredda è proprio finita.

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"Il ponte è lanciato". Esplode la gioia dei cattolici americani
Sir

(Damiano Beltrami) Mentre l’America sta ancora metabolizzando l’annuncio clamoroso di una normalizzazione delle relazioni diplomatiche con Cuba, i media americani, dal “New York Times” a “Time magazine”, in edicola in queste ore, sottolineano - come il resto della stampa mondiale - il ruolo attivo e fondamentale di Papa Francesco e della diplomazia vaticana nelle fitte trattative dell’ultimo anno e mezzo (...)