sabato 31 gennaio 2015

I limiti della libertà




Richiamo del Consiglio interreligioso di Russia a un maggior rispetto dei credenti. 

«La libertà deve avere dei limiti, altrimenti può diventare violenza contro gli altri in forma di scontro fisico diretto o di parole in grado di ferire l’anima umana». Poiché «dichiarazioni volgari e caricature sacrileghe che insultano i sentimenti dei credenti inevitabilmente provocano conflitti sul terreno interreligioso e interetnico, tutte le personalità pubbliche dovrebbero essere estremamente attente nei riguardi di un tema così sensibile come la religione e consapevoli delle possibili conseguenze delle proprie azioni».
A scriverlo è il Consiglio interreligioso di Russia (composto da rappresentanti ortodossi, musulmani, ebrei e buddisti) in una dichiarazione pubblicata sul sito in rete del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.

Libertà umana e diritti — vi si afferma — «hanno sempre fatto parte delle nostre tradizioni religiose come espressione del riconoscimento dell’alto valore di ogni individuo. Con la secolarizzazione, i supremi principi dei diritti umani inalienabili hanno cominciato a essere intesi senza alcun rapporto con la dimensione sacra della vita, mentre la tutela della libertà personale è stata trasformata in difesa della propria volontà di aprire la strada all’amoralità, al permissivismo, all’anarchia e alla tirannia. Noi non approviamo l’approccio liberal-secolare, relativistico, all’interpretazione della libertà, per il quale non ci sono valori e criteri assoluti e la propria soddisfazione è l’unica cosa che ha senso cercare. Perdute le sue linee-guida etiche la libertà, diventata un idolo e concentrata solo sulla soddisfazione dei bisogni personali, compresa “la libertà” di deridere le cose ritenute sacre da altri, si rivela incompatibile con la vera dignità e grandezza umana». Purtroppo, «tali valori morali tradizionali, come il rispetto della religione o delle convinzioni degli altri e la ricerca della pace, hanno bisogno oggi di essere dichiarati e giustificati perché la voce della coscienza si è degradata, fino a spegnersi».
La libertà è anche legata alla nozione di responsabilità. E, secondo il Consiglio interreligioso di Russia, «le condizioni del mondo globale moderno caratterizzato da un elevato grado di contatti e interdipendenza tra particolari forze politiche, economiche e culturali, così come dallo sviluppo di risorse e potenziale umano in grado di costruire e distruggere, rende il problema della responsabilità dei mass media rilevante come non mai prima». Va inoltre rilevato che «nella moderna coscienza di massa, il concetto di “laicità” è spesso erroneamente identificato con “laicismo”. Il principio di laicità, che significa separazione delle organizzazioni religiose dallo Stato, non è sinonimo di “non religioso” o “ateo”. Gran parte delle persone in Russia, essendo credenti e allo stesso tempo lavoratori laici, sono portatori di valori religiosi. È impossibile — si osserva — raggiungere la prosperità e l’armonia sociale senza rispetto per la cultura che si è sviluppata attraverso i secoli e le convinzioni morali e religiose da essa sostenute».
Pertanto, uno Stato laico «non dovrebbe solo prendere in considerazione ma anche contare sulle radici morali. E le religioni tradizionali possono contribuire a questa politica equa affermando nella società una chiara consapevolezza dei valori più importanti e fondamentali».
Dal Consiglio interreligioso viene infine una ferma condanna dei terroristi. Purtroppo, le loro azioni «risuonano per molte persone più forti della voce di centinaia di milioni di individui che desiderano vivere in pace. Chiediamo di rompere il circolo chiuso di violenza e di reciproco insulto per risolvere i problemi attraverso il dialogo e cercare soluzioni eque».
L'Osservatore romano

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«La laicità? Permetta il dialogo, ma non diventi un modello ideologico»
Vatican Insider
 
(Luca Rolandi) A colloquio conFrançois Euvé, direttore della rivista dei gesuiti francesi “Etudes” -- A quasi un mese dai giorni tragici di Parigi, con la mente fredda e il cuore ancora gonfio di rabbia e dolore, si torna a parlare di ciò che è accaduto. Vatican Insider ha raccolto il pensiero di un eminente intellettuale cattolico, il direttore della storica rivista dei gesuiti in Francia (fondata a Parigi nel 1856), François Euvé. (...)