lunedì 23 febbraio 2015

Palalottomatica, 13 giugno 2015

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...un incontro di popolo per ribadire la bellezza e la dignità di tutti gli esseri umani

da Libertà e Persona
Sabato 13 giugno al Palalottomatica di Roma si terrà un grande raduno di popolo. Tantissime persone andranno a riempire i quindicimila posti disponibili per ribadire pubblicamente, con un gesto forte, l’importanza di tornare a guardare alla bellezza e alla dignità di tutti gli essere umani.
Si griderà forte il valore della Vita, primo e fondamentale diritto, da proteggere in ogni sua fase. Si sottolineerà nuovamente il valore della Famiglia fondata sull’unione stabile e feconda tra un uomo e una donna, vero nucleo fondamentale della società. Si ribadirà che i figli non sono un diritto da comprare e che hanno diritto ad avere un padre e una madre e a ricevere un’educazione che corrisponda alla natura umana, e quindi assolutamente estranea all’ideologia del gender. Si affermerà con forza che le donne non si possono affittare a suon di denaro e obbligare a portare avanti la gravidanza di altri.
Infine, ci si alzerà in piedi contro tutti gli interventi legislativi che si oppongono a tutto questo, favorendo l’aborto, il divorzio, la fecondazione artificiale, l’affermarsi dell’ideologia del gender e via discorrendo…
Scriveva qualche giorno fa la giornalista Costanza Miriano sul quotidiano La Croce: “Sabato 13 giugno alle 15 al Palalottomatica di Roma ci troveremo tutti insieme, quindicimila posti, quindicimila persone da tutta Italia per dire che la Corte Europea di Strasburgo che sanziona l’Italia perché non permette che i figli si comprino ci rende orgogliosissimi di essere italiani, che vogliamo rimanere orgogliosi del nostro paese non uniformato alla barbarie, che chiediamo all’Onu di votare la proposta di una moratoria di questa pratica che trasforma i bambini in merce, le donne in corpi da sfruttare, a volte fino alla morte come è successo alla diciassettenne indiana Sushma Pandey uccisa dalla iperstimolazione ovarica. Ci riuniamo per dire che i bambini non si comprano, che la persona è sacra, che le donne non si possono affittare, che i bambini hanno bisogno e diritto a un padre e a una madre, che l’ideologia del gender che insegnano nelle scuole è una vera e propria colonizzazione ideologica, come l’ha definita il Papa, che la Chiesa è rimasta l’unica ad avere il coraggio di annunciare all’uomo la verità su se stesso e che noi siamo con lei, la Chiesa madre nostra. Per far questo raccoglieremo le firme, sì, le raccoglieremo e le faremo arrivare al Palazzo di Vetro. Ma vogliamo anche trovarci insieme, per parlarci, guardarci negli occhi e capire insieme, e per farci vedere. [...]
Pur lontanissima dalla politica anche la padrona dell’eventuale criceto capisce che in questi mesi in Italia si giocherà una partita importantissima a livello legislativo. C’è un’offensiva normativa e politica in corso, proprio in questi giorni, in questi mesi, e c’è un popolo che si sta mobilitando, per ricordare che contro il popolo non si legifera. Un popolo che si mobilita perché è vero che la battaglia decisiva è quella contro il nostro peccato, è la conversione, e lì non si combatte a colpi di convegni né di articoli, ma di preghiera e di vita vera, ma è vero anche che mentre noi siamo impegnati a convertirci ci sono bambini in carne ed ossa che vengono prodotti, venduti, eliminati se imperfetti, comprati, cresciuti in famiglie senza il padre o senza la madre. Noi vogliamo che questa cosa in Italia non sia consentita. Noi vogliamo fermare leggi che la permettano, perché quando una legge entra il vigore fa mentalità, abbassa la soglia della consapevolezza, della vigilanza morale, come purtroppo è successo con l’aborto in tutto il mondo. Noi vogliamo che il governo in Italia si accorga di noi – per questo Mario Adinolfi ha affittato lo spazio più grande che ha trovato in tutto il paese – vogliamo che sappia che c’è un popolo insieme a noi, un popolo che la neolingua dei giornali e la colonizzazione ideologica stanno cercando di rieducare. Noi resisteremo a questa ondata, a colpi di incontri, di libri, di convegni, di passaparola, di articoli, di tweet e di post, ognuno come può. A colpi di copie vendute questo giornale. A colpi di telefonate agli amici, e di pazienti spiegazioni (se prendo un altro caffè con un amico da convincere mi ricoverano). Mentre la marea avanza, noi saremo i partigiani del buon senso, e conquisteremo un cuore per volta, con l’unica arma che abbiamo: chiamare le cose col proprio nome. Lo faremo dicendo che due uomini o due donne non possono fare un figlio, e quindi devono necessariamente comprarlo se lo vogliono produrre. Dicendo che un figlio comprato soffre perché è intessuto nel grembo di una mamma di cui ha imparato la voce il battito l’odore, e che non vedrà più. Dicendo che le espressioni “due mamme” e “due papà” sono false e profondamente disoneste, perché necessariamente uno solo è il genitore vero (l’altro magari sta dall’altra parte del mondo e si chiama KR 348). [...] Per questo chiamiamo a raccolta tutti, i movimenti, tutti ma proprio tutti inclusi, soprattutto tutte le persone di buona volontà. Crediamo che se da lì, quel giorno, usciranno quindicimila persone decise a capire davvero cosa stanno cercando di far passare sopra le nostre teste, il nostro paese cambierà il corso della storia. Quindicimila teste pensanti e di buone volontà decise a passare parola possono davvero fare la differenza”.
Da diverse città d’Italia partiranno pullman diretti a Roma. Nelle prossime settimane daremo maggiori dettagli organizzativi circa questo aspetto, anche se fin da ora possiamo assicurare che dal Nord Italia ne partiranno diversi: da Verona, da Brescia, da Trento… tutti a Roma, tutti uniti.
Un grande popolo si sta svegliando!
Segnaliamo, con la preghiera di diffusione, le seguenti raccolte di firme:
- Petizione contro l’insegnamento dell’ideologia del gender nelle scuole: http://www.notizieprovita.it/petizione-sulleducazione-affettiva-e-sessuale-nelle-scuole/
- Moratoria Onu contro l’utero in affitto: http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2015/01/28/societa/i-figli-non-si-pagano-gli-uteri-non-si-affittano