venerdì 27 marzo 2015

Persecuted!




Ci sono tanti modi per perseguitare i cristiani. Uno di questi è sgozzarli o crocifiggerli... Ce n'è un altro molto meno aggressivo, ma altrettanto (almeno, forse anche di più!!!) efficace.
Ci sono tanti luoghi in cui i cristiani vengono martirizzati. Uno di questi è il Medio Oriente.... Ce ne sono altri più vicini a noi e (apparentemente) meno pericolosi...

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Il segretario generale della Cei sulle norme per le unioni civili. Una forzatura ideologica 

Il testo approvato in Italia dalla commissione Giustizia del Senato sulle unioni civili «vuole fare una forzatura ideologica, ridurre realtà oggettivamente diverse ad una». È quanto ha affermato il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Nunzio Galantino, nel corso della conferenza stampa per la presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente, i cui lavori sono stati dedicati in parte anche all’esame dei contributi arrivati dalle diocesi in vista del prossimo sinodo sulla famiglia. Il testo legislativo cui si fa riferimento, composto da 19 articoli, prevede l’equiparazione delle unioni civili al matrimonio.
«La famiglia — ha sottolineato monsignor Galantino — è una realtà storicamente, culturalmente e antropologicamente definita». Siamo di fronte, ha aggiunto, «a un uso improprio e ideologico dello strumento giuridico. Occorre invece avere il coraggio di riconoscere le differenze, senza pretese di fare del terrorismo linguistico confondendo il doveroso rispetto dei diritti con forzature giuridiche». I vescovi italiani, nel corso del Consiglio permanente, hanno deciso di proporre per il 3 ottobre prossimo, alla vigilia del sinodo, una veglia di preghiera in piazza San Pietro.
Nel comunicato finale, i presuli danno poi annuncio che Papa Francesco chiuderà i lavori dell’assemblea generale di maggio e che il Santo Padre ha approvato il programma della sua presenza al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, nel prossimo novembre. Fra gli altri temi affrontati dai vescovi durante i lavori, le questioni aperte dal diffondersi della cosiddetta teoria del “gender” e soprattutto la preoccupazione per i tanti cristiani perseguitati nel mondo, oltre all’esame delle questioni relative alla vita e alla formazione permanente dei sacerdoti. A questo proposito, si pone l’obiettivo di sollevare il sacerdote dall’eccessivo carico burocratico che oggi rischia di opprimerlo. Si punta a una riorganizzazione complessiva, che comunque salvaguardi la trasparenza e la corretta destinazione dei beni, tutelando dai rischi di una cattiva amministrazione.
L'Osservatore Romano

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Unioni civili, Malan (Fi): “E' matrimonio al 100% e cattolici nel governo dovrebbero avere crisi di coscienza

La legge sulle Unioni civili compie, per la prima volta, un passo in Parlamento e scatena subito forti polemiche. Tra i più critici, Lucio Malan, senatore di Forza Italia, raggiunto daIntelligoNews.
La commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo base sulle Unioni civili. Come definirebbe questo ddl della Cirinnà?

«E’ né più né meno che un matrimonio, con tutte le prerogative, incluse le adozioni, solo che riguarderanno i figli interni alla coppia, quelli avuti con l’utero in affitto o con il seme comprato, in altre parole strappandoli alla possibilità di avere un padre o una madre. Inoltre c’è la reversibilità della pensione senza copertura. Sono certo che la maggioranza degli italiani è contraria a questo provvedimento, ecco perché cercano di mascherarlo per qualcosa che non è, come se fosse un contratto di convivenza. In realtà è un matrimonio al 100%».

La Cirinnà ha ribadito adesso che non si tratta di adozioni ma che viene data la possibilità di adottare il figlio del partner.

«E’ l’ipotesi peggiore, figli del partner vuol dire figli nati per utero in affitto o seme comprato».

Come troveranno la copertura economica?

«Toglieranno soldi a qualcun altro per darli a questi, comunque per adesso la copertura non c’è, tra l’altro non si tratta di pochi soldi. Nel ddl sulle Unioni civili non c’è una descrizione chiara, qualcuno può farne anche un uso strumentale, magari sposando un ricco novantenne per avere una pensione da 4.000 euro al mese, prendendosi poi la reversibilità. Agli usi bisogna aggiungere gli abusi. Già esistono i matrimoni di convenienza per la reversibilità, figuriamoci cosa succederà adesso che si può usare anche un nome poco impegnativo, unioni civili invece di matrimoni: “Ma che hai sposato un uomo?”,“No, figuriamoci”».

IntelligoNews ha intervistato Adinolfi, secondo lui i cattolici all’interno della maggioranza dovrebbero aprire una crisi di governo. E’ d’accordo?

«Intanto dovrebbero avere una crisi di coscienza, vedremo, io non so classificare i senatori del Pd con tutte le loro correnti, fino adesso però non ho visto nessuna manifestazione di dissenso».

Si può dire che per ora la prima coppia di fatto è tra Pd-Movimento 5 Stelle che hanno votato insieme?

«E’ proprio vero, è una battuta molta carina, ha le stesse caratteristiche: è una coppia ma dicono di non essere una coppia. Questa è una mossa di estrema sinistra, appena 5 anni fa, una cosa del genere in Italia non osava proporla nessuno, adesso viene presentata dal Pd che si fa passare come moderato ma sta facendo la politica più di sinistra che si sia mai vista in Italia».
http://www.intelligonews.it/

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Bambini: comprarli non si può, fabbricarli sì
di Rino Cammilleri

L’assoluzione per la coppia bresciana che ha ordinato - dietro compenso, ovvio - un bimbo a un utero in affitto ucraino (condanna per alterazione di stato civile – del neonato - e sentenza ribaltata in appello) ci induce a porci la pensosa domanda: ma insomma, i bambini si possono comprare o no? Non era vietato? 

Già, perché un mese fa suscitò un’ondata di indignazione nazionale la scoperta di un tentato acquisto per 30mila euri di un bambino romeno di otto anni da parte di una coppia di messinesi residenti in Svizzera. Le forze dell’ordine sventarono in tempo il misfatto e si suppone che abbiano assicurato tutti i rei coinvolti alla giustizia. Traffico internazionale di bambini, orrore, che schifo, di questo passo dove andremo a finire, ecc. ecc. Finale: il bambino oggetto di smercio è stato restituito alla famiglia. Cioè, all’indigenza di chi di figli ne aveva già tanti e non sapeva come sfamarli tutti. La coppia di impediti acquirenti, se vuole un figlio, dovrà assoggettarsi alle regole dell’adozione. Cioè, campa cavallo. Conosco personalmente coppie che, dopo anni di lotta, hanno gettato la spugna e si sono rassegnati a restare senza. Va bene così, dura lex sed lex (frase che sembra la réclame di un preservativo o dei bicchieri di vetro infrangibile). 

E la lex dice alla famiglia romena indigente: dovevi usare gli anticoncezionali o far ricorso all’aborto. A quella siculo-svizzera: con gli stessi soldi pàgati l’inseminazione artificiale oppure sfoglia i cataloghi degli uteri messi a disposizione da morte di fame nei Paesi cosiddetti emergenti. 

Riassumendo, è vietatissimo acquistare un bambino cresciutello, ma è permesso farselo fabbricare da terzi. Il bambino cresciutello devi adottarlo, cioè procurartelo gratis, anche se alla fine, quando ti fai i conti, scopri che un’adozione internazionale, sempre che non ti stufi in corso d’opera per le infinite complicazioni burocratiche, ti viene a costare una cifra spropositata. Ma così dice la legge e amen. Niente, ti conviene fartelo fabbricare, spendi meno. È la legge, amigos. 

Non ha forse decretato nientepopodimenoché la Corte Costituzionale che avere un figlio è un «diritto»? Così, vai col tango e metti mano al portafogli. Quando studiavo all’università mi hanno fatto una testa così col principio della «certezza del diritto». Voleva dire che il sistema delle norme doveva avere un minimo di stabilità nel tempo, sennò non ci si capiva più niente e l’esistenza quotidiana diventava un tormento. 

In pratica: se una cosa è vietata oggi, devo avere la sicurezza che lo sarà anche domani, altrimenti mi faccio furbo e comincio timidamente col trasgredire, tanto «del doman non v’è certezza» e, si sa, tutto s’aggiusta. Lo stesso dicasi per quel che è permesso. Quand’ero giovane, fumare era consentito e, anzi, incoraggiato. Ora, guai. Ai miei tempi, dare una pedata a un cane molesto era plaudito (vendevano anche le pistole scaccia-cani, a libero mercato), oggi finisci in galera. Non si poteva divorziare, l’adulterio era penalmente sanzionato e per il procurato aborto il sole a scacchi era sicuro. In pochi anni lo scenario si è praticamente capovolto. Così, tra interpretazioni della Suprema e sentenze «creative», la solida terra sotto i piedi è diventata un parquet di sabbie mobili in cui si si naviga a vista. È il relativismo, bellezza. Muta il costume e la legge si adegua. Cioè, il mondo alla rovescia: la legge non governa ma si fa governare dalle mutevoli circostanze. 

Ora, se c’è una cosa al giorno d’oggi facilissima da far mutare è il «costume». Basta avere i soldi. Orientare (o disorientare) la cosiddetta opinione pubblica è diventato un mestiere profumatissimamente pagato, e gli esperti di «comunicazione» e i consulenti d’«immagine» vengono contesi perfino dai presidenti americani. Così, finisce che quelli deputati a fare le leggi si mettono alla finestra e chiedono: gente, che cosa vi va oggi? Uno dice che vuole a tutti i costi un figlio, un altro dice che vuole disfarsi di quello che gli nascerebbe, un terzo vuole morire perché la sua vita non ha la «qualità» desiderata, un quarto vuole sposarsi con un maschio, e così via. 

Occhèi, ecco una bella legge a pro di ciascuna di queste voglie all’uopo proclamate «diritti» e galera tetra per chi osa protestare. Se domani vi viene in mente qualche altro desiderio, fatecelo sapere, siamo qui apposta per accontentarvi. A qualcuno tutto ciò sembra anarchia costituzionalizzata? Nessun problema, se può si finanzi la sua bella lobby e poi andiamo a contare i voti. Eh, ce l’avevano detto, i Papi, che sganciata dal Decalogo la democrazia di massa è condannata a oscillare in un perverso pendolo tra anarchia e totalitarismo. Oggi, poi, l’Occidente ce li ha tutti e due: l’anarchia sociale in casa e il totalitarismo islamista alle porte.