giovedì 28 maggio 2015

Visita dei Vescovi della Repubblica Dominicana. Discorso del Papa



Ai vescovi dominicani in visita «ad limina» il Papa chiede di aiutare gli immigrati di Haiti. La carità non ammette indifferenza


«L’attenzione pastorale e caritativa verso gli immigranti, soprattutto quelli provenienti dalla vicina Haiti, che cercano migliori condizioni di vita, non ammette l’indifferenza dei pastori della Chiesa». Lo ha sottolineato il Papa durante l’udienza ai vescovi della Repubblica Dominicana ricevuti giovedì mattina, 28 maggio, in occasione della visita «ad limina». Di seguito una nostra traduzione del discorso consegnato loro in lingua spagnola, nel quale il Pontefice ricorda anche gli inizi dell’evangelizzazione nel continente americano.

Cari Fratelli nell’Episcopato,

Ricevete il mio più cordiale benvenuto in occasione della vostra visita ad limina Apostolorum. Confido che questi giorni di riflessione e di preghiera sulle tombe dei santi Pietro e Paolo siano per voi fonte di rinnovamento e servano per coltivare i vincoli di comunione ecclesiale per rispondere alle esigenze di un’azione congiunta e coordinata nella promozione del progresso spirituale e materiale della porzione del Popolo di Dio che vi è stata affidata. Ringrazio Monsignor Gregorio Nicanor Peña Rodríguez, Vescovo di Nuestra Señora de la Altagracia en Higüey e Presidente della Conferenza Episcopale Dominicana, per le gentili parole che mi ha rivolto a nome vostro. 
Gli inizi dell’evangelizzazione nel continente americano richiamano sempre alla mente la terra dominicana che ricevette per prima il ricco deposito della fede, che i missionari portarono con fedeltà e annunciarono con costanza. I suoi effetti si continuano a percepire oggi attraverso i valori cristiani che animano la convivenza e nelle diverse opere sociali a favore dell’educazione, della cultura e della salute. Inoltre la Chiesa nella Repubblica Dominicana può contare su numerose parrocchie vitali, su un nutrito gruppo di fedeli laici impegnati e un numero consistente di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.
Rendiamo grazie al Signore per ciò che è stato realizzato e si sta realizzando in ognuna delle vostre Chiese locali.
Oggi la Chiesa che continua a camminare in questa amata terra con i suoi figli alla ricerca di un futuro felice e prospero, si trova di fronte alle grandi sfide del nostro tempo che riguardano la vita sociale ed ecclesiale, e soprattutto le famiglie. Mi piacerebbe perciò farvi un appello ad accompagnare gli uomini, a rafforzare la fede e l’identità di tutti i membri della Chiesa. 
Il matrimonio e la famiglia attraversano una seria crisi culturale. Ciò non vuol dire che hanno perso importanza, ma che il loro bisogno si sente di più. La famiglia è il luogo in cui s’impara a convivere nella differenza, a perdonare e a sperimentare il perdono, e dove i genitori trasmettono ai figli i valori e in particolare la fede. Il matrimonio, «visto come una mera forma di gratificazione affettiva», smette di essere un “contributo indispensabile” alla società (cfr. Evangelii gaudium, n. 66). In questo oramai prossimo Giubileo della Misericordia non venite meno nel lavoro della riconciliazione matrimoniale e familiare, come bene della convivenza pacifica: «È perciò urgente un’ampia opera di catechesi circa l’ideale cristiano della comunione coniugale e della vita familiare, che includa una spiritualità della paternità e della maternità. Maggior attenzione pastorale va dedicata al ruolo degli uomini come mariti e padri, così come alla responsabilità che condividono con le mogli riguardo al matrimonio, alla famiglia ed all’educazione dei figli» (Ecclesia in America, n. 46). Continuiamo a presentare la bellezza del matrimonio cristiano: “sposarsi nel Signore” è un atto di fede e di amore, nel quale gli sposi, mediante il loro libero consenso, diventano trasmettitori della benedizione e della grazia di Dio per la Chiesa e la società. 
Vi invito a dedicare tempo ai sacerdoti e ad assisterli, a prendervi cura di ognuno di loro, a difenderli dai lupi che attaccano anche i pastori. Il clero dominicano si distingue per la sua fedeltà e coerenza di vita cristiana. Che il vostro impegno a favore dei più deboli e bisognosi vi aiuti a superare la tendenza mondana alla mediocrità. Che nei seminari non si trascuri la formazione umana, intellettuale e spirituale, che assicura un incontro vero con il Signore, senza smettere di coltivare la dedizione pastorale e una maturità affettiva che renda i seminaristi idonei ad abbracciare il celibato sacerdotale e capaci di vivere e di lavorare in comunione. «Non si possono riempire i seminari sulla base di qualunque tipo di motivazione, tanto meno se queste sono legate ad insicurezza affettiva, a ricerca di forme di potere, gloria umana o benessere economico» (Evangelii gaudium, n. 107).
L’attenzione pastorale e caritativa verso gli immigranti, soprattutto quelli provenienti dalla vicina Haiti, che cercano migliori condizioni di vita nel territorio dominicano, non ammette l’indifferenza dei pastori della Chiesa. È necessario continuare a collaborare con le autorità civili per trovare soluzioni concrete ai problemi di quanti sono privati dei documenti o del godimento dei loro diritti fondamentali. È inammissibile non promuovere iniziative di fraternità e di pace tra le due nazioni che danno forma a questa bella Isola dei Caraibi. È importante saper integrare gli immigranti nella società e accoglierli nella comunità ecclesiale. Vi ringrazio perché state vicini a loro e a tutti quelli che soffrono, come gesto dell’amorevole sollecitudine per il fratello che si sente solo e abbandonato, con il quale Cristo si è identificato.
Conosco i vostri sforzi e le vostre preoccupazioni per affrontare in modo adeguato i gravi problemi che affliggono i vostri popoli, quali il traffico di droghe e di persone, la corruzione, la violenza domestica, l’abuso e lo sfruttamento dei minori e l’insicurezza sociale. Sulla base dell’intima connessione che esiste tra evangelizzazione e promozione umana, ogni azione della Chiesa Madre deve ricercare e curare il bene dei più bisognosi. Tutto ciò che si farà in tal senso accrescerà la presenza del Regno di Dio che ha portato Gesù Cristo, e allo stesso tempo darà credibilità alla Chiesa e rilevanza alla voce dei suoi pastori. 
La Missione Continentale, voluta dal Documento di Aparecida, e il Terzo Piano Nazionale di Pastorale devono essere due motori dell’attività congiunta tra le Chiese locali. Tenete però presente che non basta avere piani ben formulati e celebrazioni festive, ma dovete anche permeare la vita quotidiana dei nostri popoli.
Perciò è indispensabile che il laicato dominicano, che si percepisce così presente nelle opere di evangelizzazione a livello nazionale, diocesano, parrocchiale e comunitario, non trascuri la sua formazione dottrinale e spirituale, e riceva un appoggio costante, affinché sia capace di rendere testimonianza a Cristo penetrando in quegli ambienti dove molte volte i Vescovi, i sacerdoti e i religiosi non giungono. È anche necessario che la pastorale dei giovani riceva una scrupolosa attenzione affinché non si lascino distrarre dalla confusione degli anti-valori che cerca di sviare oggi la gioventù.
Senza tener conto dell’orientamento che i genitori e la Chiesa desiderano dare alla formazione delle nuove generazioni, le leggi civili tendono a sostituire l’insegnamento della religione nella scuola con un’educazione del fatto religioso di natura multiconfessionale o da una mera illustrazione di etica e di cultura religiosa. Non può mancare in coloro che sono impegnati in questo servizio e in questa missione educativa un atteggiamento vigile e coraggioso affinché si possa offrire in tutte le scuole un’educazione conforme ai principi morali e religiosi delle famiglie (cfr. Gravissimum educationis, n. 7). È importante offrire ai bambini e ai giovani l’insegnamento catechetico conforme alla verità che abbiamo ricevuto da Cristo, Parola del Padre.
Infine, per concludere, e tenendo presente la bellezza e la vivacità dei paesaggi della bella Repubblica Dominicana, invito tutti a rinnovare l’impegno per la conservazione e la cura dell’ambiente. La relazione dell’uomo con la natura non deve essere governata dalla cupidigia, dalla manipolazione e neppure da uno sfruttamento smisurato, ma deve conservare l’armonia divina tra le creature e il creato per metterle al servizio di tutti e delle generazioni future. 
Fratelli, vi chiedo, per favore, di portare ai vostri amati figli e figlie quisqueyanos l’affettuoso saluto del Papa, che vi affida all’intercessione di Nuestra Señora de la Altagracia, che contemplate nel mistero della sua maternità divina. Vi chiedo di pregare per me e vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
L'Osservatore Romano

*

Visita “ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Dominicana. Discorso del Papa (spagnolo)
Sala stampa della Santa Sede
Alle ore 9 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Vescovi della Conferenza Episcopale della Repubblica Dominicana, in occasione della Visita “ad Limina Apostolorum”.Pubblichiamo di seguito il testo del discorso che il Papa ha consegnato ai Presuli nel corso dell’incontro:
Discorso del Santo Padre
Queridos hermanos en el Episcopado:
Reciban mi más cordial bienvenida con motivo de la visita ad limina Apostolorum. Confío que estos días de reflexión y oración ante las tumbas de los santos Pedro y Pablo sean para ustedes fuente de renovación y sirvan para cultivar los lazos de comunión eclesial para responder a las exigencias de una acción conjunta y coordinada en la promoción del progreso espiritual y material de la porción del Pueblo de Dios que se les ha confiado. Agradezco las amables palabras que Monseñor Gregorio Nicanor Peña Rodríguez, Obispo de Nuestra Señora de la Altagracia en Higüey y Presidente de la Conferencia Episcopal Dominicana, me ha dirigido en nombre de todos.Los comienzos de la evangelización en el continente americano traen siempre a la memoria el suelo dominicano que recibió en primer lugar el rico depósito de la fe, que los misioneros llevaron con fidelidad y anunciaron con constancia. Su efecto se sigue percibiendo hoy por los valores cristianos que animan la convivencia y en las diversas obras sociales a favor de la educación, la cultura y la salud. Por lo demás, la Iglesia en República Dominicana cuenta con numerosas parroquias vivas, con un nutrido grupo de fieles laicos comprometidos y un número consistente de vocaciones al sacerdocio y a la vida consagrada. Damos gracias al Señor por lo que ya se ha realizado y se está realizando en cada una de sus Iglesias locales.
Hoy la Iglesia sigue caminando en esas queridas tierras con sus hijos en la búsqueda de un futuro feliz y próspero, se encuentra con los grandes desafíos de nuestro tiempo que afectan la vida
BOLLETTINO N. 0406 - 28.05.2015 2
social y eclesial, y especialmente a las familias. Por eso me gustaría hacerles un llamado a acompañar a los hombres, a reforzar la fe y la identidad de todos los miembros de la Iglesia.
El matrimonio y la familia atraviesan una seria crisis cultural. Pero eso no quiere decir que hayan perdido importancia, sino que se siente más su necesidad. La familia es el lugar donde se aprende a convivir en la diferencia, a perdonar y a experimentar el perdón, y donde los padres transmiten a sus hijos los valores y singularmente la fe. El matrimonio, «visto como una mera forma de gratificación afectiva», deja de ser un «aporte indispensable» a la sociedad (cf. Evangelii gaudium, 66). En este próximo Jubileo de la Misericordia, no desfallezcan en el trabajo de la reconciliación matrimonial y familiar, como bien de la convivencia pacífica: «Es urgente una amplia catequización sobre el ideal cristiano de la comunión conyugal y de la vida familiar, que incluya una espiritualidad de la paternidad y la maternidad. Es necesario prestar mayor atención pastoral al papel de los hombres como maridos y padres, así como a la responsabilidad que comparten con sus esposas respecto al matrimonio, la familia y la educación de los hijos» (Ecclesia in America, 42). Sigamos presentando la belleza del matrimonio cristiano: «casarse en el Señor» es un acto de fe y amor, en el que los esposos, mediante su libre consentimiento, se convierten en transmisores de la bendición y la gracia de Dios para la Iglesia y la sociedad.
Les invito a dedicar tiempo y a atender a los sacerdotes, a cuidar a cada uno de ellos, a defenderlos de los lobos que también atacan a los pastores. El clero dominicano se distingue por su fidelidad y coherencia de vida cristiana. Que su compromiso en favor de los más débiles y necesitados les ayude a superar la mundana tendencia hacia la mediocridad. Que en los seminarios no se descuide la formación humana, intelectual y espiritual que asegure un encuentro verdadero con el Señor, sin dejar de cultivar la entrega pastoral y una madurez afectiva que haga a los seminaristas idóneos para abrazar el celibato sacerdotal y capaces de vivir y trabajar en comunión. «No se pueden llenar los seminarios con cualquier tipo de motivaciones, y menos si éstas se relacionan con inseguridades afectivas, búsquedas de formas de poder, glorias humanas o bienestar económico» (Evangelii gaudium, 107).
La atención pastoral y caritativa de los inmigrantes, sobre todo a los provenientes de la vecina Haití, que buscan mejores condiciones de vida en territorio dominicano, no admite la indiferencia de los pastores de la Iglesia. Es necesario seguir colaborando con las autoridades civiles para alcanzar soluciones solidarias a los problemas de quienes son privados de documentos o se les niega sus derechos básicos. Es inexcusable no promover iniciativas de fraternidad y paz entre ambas naciones, que conforman esta bella Isla del Caribe. Es importante saber integrar a los inmigrantes en la sociedad y acogerlos en la comunidad eclesial. Les agradezco que estén cerca de ellos y de todos los que sufren, como gesto de la amorosa solicitud por el hermano que se siente solo y desamparado, con quien Cristo se identificó.
Sé de sus esfuerzos y preocupaciones por afrontar adecuadamente los graves problemas que afectan a nuestros pueblos, tales como el tráfico de drogas y de personas, la corrupción, la violencia doméstica, el abuso y la explotación de menores o la inseguridad social. Desde la íntima conexión que existe entre evangelización y promoción humana, toda acción de la Iglesia Madre ha de buscar y cuidar el bien de los más desfavorecidos. Todo lo que se haga en este sentido acrecentará la presencia del Reino de Dios que ha traído Jesucristo, al mismo tiempo que da credibilidad a la Iglesia y relevancia a la voz de sus pastores.
La Misión Continental, impulsada por el Documento de Aparecida, y el Tercer Plan Nacional de Pastoral han de ser dos motores de la actividad conjunta entre las Iglesias locales. Pero tengan presente que no es suficiente tener planes bien formulados y celebraciones festivas sino permean la vida cotidiana de nuestras gentes.
Por eso, es indispensable que el laicado dominicano, que se percibe tan presente en las obras de evangelización a nivel nacional, diocesano, parroquial y comunitario, no descuide su formación doctrinal y espiritual, y reciba un apoyo constante, para que sea capaz de dar testimonio de Cristo penetrando en aquellos ambientes donde muchas veces los Obispos, los sacerdotes y religiosos no llegan. También es necesario que la pastoral de los jóvenes reciba una atención cuidadosa para que no se dejen distraer de la confusión de los anti-valores que busca desbordar hoy a la juventud.
Sin contar con la orientación que los padres y la Iglesia quieren dar a la formación de las nuevas generaciones, las leyes civiles tienden a sustituir la enseñanza de la religión en la escuela por una educación del hecho religioso de naturaleza multiconfesional o por una mera ilustración de ética y cultura religiosa. No puede faltar en quienes están empeñados en este servicio y en esta misión educativa una actitud vigilante y valiente para que se pueda dar en todas las escuelas una educación conforme a los principios morales y religiosos de las familias (cf. Gravissimum educationis 7). Es importante ofrecer a los niños y jóvenes la enseñanza catequética conforme a la verdad que hemos recibido de Cristo, Palabra del Padre.
Finalmente, para concluir, y teniendo presente la hermosura y colorido de los paisajes de la bella República Dominicana, invito a todos a renovar el compromiso por la conservación y el cuidado del medio ambiente. La relación del hombre con la naturaleza no debe ser gobernada por la codicia, por la manipulación ni por la explotación desmedida, sino que debe conservar la armonía divina entre las criaturas y lo creado para ponerlas al servicio de todos y de las futuras generaciones.
Hermanos, les pido, por favor, que lleven a los queridos hijos e hijas quisqueyanos el afectuoso saludo del Papa, que los confía a la intercesión de Nuestra Señora de la Altagracia, a quien contemplan en el misterio de su maternidad divina. Les pido que recen por mí y les imparto de corazón la Bendición Apostólica.