giovedì 27 agosto 2015

Lectio divina per la famiglia




Presentato al Papa il progetto. 

(Silvina Pérez) La «parte migliore» del tempo della famiglia è quella dedicata alla preghiera, ha detto mercoledì scorso Papa Francesco durante la sua centesima udienza generale. È questa la convinzione che ha portato Ricardo Grzona, presidente della fondazione Ramon Pané, a sviluppare un interessante programma al servizio dell’evangelizzazione della famiglia.
Ma che cosa è la Bibbia? Come è fatta? Che differenza c’è tra Antico e Nuovo testamento? Sono alcune delle domande che interpellano molti cattolici.
La lectio divina in famiglia è un vero e proprio mini-corso di esegesi adatto ai tempi e al linguaggio della famiglia contemporanea. Le nozze, la nascita del primo figlio, la scuola , le difficoltà economiche, la perdita di lavoro: la storia di ogni famiglia è, da sempre, scandita da tappe cruciali da passaggi esistenziali. «Ogni volta che si passa a una nuova fase, si crea un tempo vuoto, una sensazione di pesantezza senza vie di uscita. In questi casi — afferma Grzona — riscoprire la centralità della parola di Dio nella propria vita è un percorso per la famiglia che può creare nuovi equilibri all’interno del gruppo».
Il programma di formazione è iniziato in Messico con una campagna che ha coinvolto cinquecento famiglie per otto settimane in esercizi di lectio divina con il Nuovo testamento e materiale tradotto in lingua, nel rispetto della cultura del luogo. «Il risultato ottenuto — assicura al nostro giornale — ha superato ampiamente le aspettative. Sono testimone personale di quanto è avvenuto nei luoghi in cui siamo arrivati con il progetto. Bisogna iniziare a conoscere un po’ di più le Sacre scritture, non solo con corsi e laboratori biblici, ma anche con tutto ciò che la Bibbia implica per la vita e la missione della Chiesa.
«In questo senso — spiega — un aspetto fondamentale che è emerso nei gruppi di lavoro è che la parola di Dio è la base per l’orazione. Insisto su questo: noi cattolici sappiamo pregare ma non sappiamo “orare”; non abbiamo la pratica dell’orazione».
Il progetto è stato presentato a Papa Francesco. Racconta Grzona: «La prima domanda che ci ha fatto è stata: “Parli il tagalog?”. Ho detto di no e il Pontefice mi ha risposto: “Nemmeno io, ma questo non mi ha impedito di comunicare con sette milioni di fedeli nelle Filippine durante il viaggio”». Attualmente il progetto è stato sviluppato in spagnolo, inglese, portoghese, italiano e tagalog, naturalmente. «Stiamo studiando — aggiunge — un progetto per l’Africa. Devo ringraziare il presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, che sta promuovendo il progetto lectio divina».
Quanto ai prossimi appuntamenti, Grzona assicura la presenza all’incontro mondiale delle famiglie negli Stati Uniti, domenica 27 settembre, in occasione della visita di Papa Francesco. «Poi a fine settembre — prosegue — presenteremo in Italia il materiale per studiare il ruolo fondamentale della famiglia nella società e per dare alle famiglie l’opportunità di parlare delle sfide e delle benedizioni che le riguardano».

L'Osservatore Romano