giovedì 25 febbraio 2016

La “Gaudium et Spes” degli ortodossi



di Giorgio Bernardelli
http://www.lastampa.it/
Un documento su «la Chiesa e il mondo contemporaneo», da sottoporre al Concilio panortodosso per la sua approvazione. Viene spontaneo il paragone con la Gaudium et Spes - la costituzione del Vaticano II che portava lo stesso sottotitolo - scorrendo i testi che la Sinassi dei primati (l’assemblea dei patriarchi delle Chiese ortodosse, riunitasi a Chambésy in Svizzera alla fine di gennaio) ha deciso di rendere pubblici in vista dello storico incontro dei vescovi di tutte le Chiese ortodosse in programma dal 16 al 27 giugno a Creta. 

Il comunicato diffuso dai primati riporta i titoli di sei documenti che saranno sottoposti all’esame del Concilio; ma è soprattutto quello su «La missione della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo» il primo a essere citato, precisando che è stato approvato all’unanimità (a differenza - ad esempio - di quello sul «matrimonio e i suoi impedimenti», non votato da alcuni patriarchi). Il documento sociale offre una sintesi interessante del pensiero delle Chiese ortodosse su temi come la pace, la giustizia, la libertà, la lotta contro ogni forma di discriminazione.  

Il testo è composto da un’introduzione seguita da sei blocchi tematici. «La Chiesa di Cristo vive nel mondo, ma non è di questo mondo», sono le prime parole che fanno espressamente riferimento al capitolo 17 del Vangelo di Giovanni. «La Chiesa - si precisa poco più avanti - non può rimanere indifferente ai problemi dell’uomo di ogni epoca storica; al contrario condivide la sua inquietudine e le sfide quotidiane, facendosi carico come il suo Signore del dolore e delle ferite causate dal male che è all’opera nel mondo; e, come il Buon samaritano, con una parola di “pazienza e conforto” (Rm. 15,4, Eb. 13,22) e con la carità operosa, versa su queste ferite l’olio e il vino (Lc 10,34)». 

Il punto di riferimento fondamentale è l’affermazione della «dignità di ogni persona», il cui rispetto incondizionato viene fondato sulle Scritture e sull’insegnamento dei Padri. Ma questa dignità viene minacciata laddove viene meno il legame tra «libertà e responsabilità». È questa, sostengono le Chiese ortodosse, la radice «delle imperfezioni e delle mancanze che dominano il mondo moderno» (e il documento ne indica un lungo elenco che va dalla violenza alla trascuratezza nei costumi morali, dalle catastrofi al razzismo). Di qui il compito per la Chiesa ortodossa di «rivelare la verità della libertà in Cristo», perché «la libertà senza responsabilità e amore può portare alla perdita della libertà stessa». 

Su queste basi il documento entra quindi nello specifico riguardo ad alcune questioni, dedicando ben due sezioni - la terza e la quarta - al tema della pacenella giustizia. «La Chiesa di Cristo - si legge - condanna la guerra in quanto tale, giudicandola un frutto del male e del peccato che esiste nel mondo. Ogni guerra minaccia di distruggere la creazione voluta da Dio e la vita. E questo vale in maniera particolare per le guerre con armi di distruzioni di massa, che hanno conseguenze terribili», il cui effetto si estende «anche sulle future generazioni». Sono citate espressamente le armi «nucleari, chimiche e batteriologiche», come pure è condannata qualsiasi guerra «ispirata da motivazioni nazionaliste e che porta alla pulizia etnica, alla modifica dei confini tra gli Stati e all’occupazione di territori». Anche «nelle situazioni in cui la guerra diventa inevitabile» - scrive inoltre il documento - la Chiesa ha il compito «di mettere in atto ogni sforzo per un rapido ristabilimento della pace». 

La quinta sezione è dedicata invece all’atteggiamento della Chiesa nei confronti delle discriminazioni: «Indipendentemente da colore della pelle, religione, etnia, genere, nazionalità o lingua - vi si legge - ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio ed è allo stesso titolo parte della comunità umana». L’ultima sezione - infine - tratta il tema della «testimonianza della carità nel ministero». «Nell’adempiere alla sua missione di salvezza per il mondo - afferma il testo che sarà sottoposto al Concilio di Creta - la Chiesa ortodossa si prende cura attivamente di tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, gli affamati, i poveri, i malati, gli invalidi, gli anziani, i perseguitati, i prigionieri, i senza casa, le vittime della catastrofi e delle guerre, le vittime delle nuove forme di schiavitù». 

Forte la consonanza tra quest’ultima parte e molte idee contenute nell’enciclica di papa Francesco Laudato Sì: vengono criticati il divario crescente tra ricchi e poveri nel mondo, la speculazione finanziaria, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, il perdurare della fame. Si esprime preoccupazione per «l’imposizione di uno stile di vita consumista, sradicato dai valori morali cristiani». Di fronte alla «crisi ecologica» si esorta la Chiesa a fare «tutto ciò che la sua forza spirituale le consente per promuovere la protezione del creato dalle conseguenze dell’avidità umana». Infine - sul tema della ricerca scientifica, soprattutto nel delicato settore delle biotecnologie - il documento delle Chiese ortodosse invita a osservare come criterio «l’assoluto diritto della persona a essere rispettata in ogni stadio della propria vita». 

Intanto il Patriarcato di Mosca non esclude un secondo e addirittura un terzo incontro tra papa Francesco e il capo della chiesa ortodossa russa Kirill dopo quello del 12 febbraio a Cuba. «Sua Santità - ha dichiarato alla Tass il metropolita Ilarion, capo del dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca - ha detto che il primo incontro potrebbe essere seguito da un secondo e da un terzo, ma al momento non abbiamo accordi specifici».