giovedì 31 marzo 2016

Devi parlare al mondo



Divina Misericordia: due celebrazioni con papa Francesco

Le celebrazioni in Vaticano per la Festa della Divina Misericordia si svolgeranno nell’arco in due momenti distinti tra sabato 2 e domenica 3 aprile.
La sera di sabato, a partire dalle ore 18, papa Francesco presiederà sul sagrato di San Pietro, la veglia con i devoti alla spiritualità della Divina Misericordia.
Domenica, alle 10.30, sempre in piazza San Pietro, avrà invece luogo la messa presieduta dal Pontefice, in occasione del Giubileo per gli aderenti alla spiritualità della Divina Misericordia.
Quest’anno la data della solennità, che cade ogni domenica dopo Pasqua, coincide significativamente con la data della prima celebrazione: 3 aprile 2005.

La domenica della Divina Misericordia fu infatti istituita da San Giovanni Paolo II negli ultimi mesi del suo pontificato: il papa polacco si sarebbe spento la sera del 2 aprile 2005, alle ore 21.37, proprio ai vespri della nuova solennità.
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I messaggi alla segretaria della Divina misericordia.

Santa Faustina. Pubblichiamo la prefazione al libro Vita di santa Faustina Kowalska di Sophia Michalenko (Gribaudi, Milano, 2015, pagine 321, euro 18), scritta dal rettore del Santuario Nazionale della Divina Misericordia a Stockbridge in Massachusetts e uno stralcio dal volume.
(Seraphim Michalenko) Santa Faustina Kowalska, apostola, profetessa e mistica, è una delle figure più straordinarie del nostro tempo. La sua vita, la sua missione e i suoi scritti hanno ispirato milioni di persone a confidare nella Divina Misericordia di Gesù.
In occasione della sua beatificazione, Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato che questa donna è stata la grande apostola del XX secolo. E forse un giorno si potrà anche affermare che è stata una grande profetessa di tale secolo.
Benché santa Faustina sia andata a scuola per meno di due inverni dopo il compimento dei 12 anni, ci ha lasciato un diario spirituale che è entrato a pieno titolo fra le grandi opere della letteratura mistica, come recita il paragrafo biografico contenuto nella Liturgia delle Ore alla data della sua festa, il 5 ottobre. L’eminente teologo che ha lavorato per quasi un decennio all’analisi degli scritti di santa Faustina, al termine dello studio ha dichiarato che è «ormai evidente che la natura di queste rivelazioni è esclusivamente sovrannaturale...». E ha concluso che, «per questo motivo, ogni fedele sarà edificato dalla lettura e dalla meditazione degli scritti di Elena Faustina, e si santificherà seguendone l’esempio».
La missione di apostola svolta da santa Faustina nella diffusione della devozione a Gesù per la Sua Divina Misericordia è ben nota ai molti fedeli che hanno letto il suo Diario e gli scritti sulla Divina Misericordia che dal Diario traggono spunto. Eppure, sono molto pochi i fedeli consapevoli anche del ruolo profetico che questa religiosa ha avuto nella vita della Chiesa.
A questo riguardo, vale la pena richiamare la dichiarazione resa da Papa Giovanni Paolo II durante il suo pellegrinaggio in Polonia nel giugno del 1997: «Ringrazio la Divina Provvidenza per avermi permesso di contribuire personalmente al compimento della volontà di Cristo attraverso l’istituzione della Festa della Divina Misericordia». Dal momento che una parte integrante del messaggio della Divina Misericordia, di cui il Santo Padre ha parlato in due importanti occasioni, è l’istituzione nella Chiesa della Festa della Divina Misericordia, dobbiamo essere coscienti del significato di una simile affermazione da parte del Santo Padre. Nella fattispecie, la sua azione è stata una risposta papale pubblica alla richiesta divina formulata mediante una rivelazione privata, in questo caso a santa Faustina.
Anche i predecessori di Papa Giovanni Paolo II, Leone XIII, Pio XII e Paolo VI, solo per citarne alcuni, hanno compiuto degli atti carichi di significato per la Chiesa universale che sono giunti loro per la via profetica, ossia attraverso delle rivelazioni private. Possiamo dunque dire che l’istituzione della Festa della Divina Misericordia è «giustificata da una teologia della profezia che trova posto nell’economia della Nuova Alleanza, ossia nel governo della Chiesa da parte della gerarchia», come ha così bene dimostrato fra Joseph de Sainte-Marie, OCD, nelle sue Riflessioni sull’atto della consacrazione a Fatima compiuto da Papa Giovanni Paolo II il 13 maggio 1982.
Credo che oggigiorno sia importante essere consapevoli del posto che la profezia occupa nella vita della Chiesa. Occorre riconoscere che questa modalità con cui Dio parla al Suo popolo ha valore per la Nuova Alleanza, come ha affermato con grande vigore san Paolo In diversi passi dei suoi scritti. Basterà ricordarne due: «[La Chiesa] è edificata sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti» (Efesini 2, 30), ossia i profeti del Nuovo Testamento, come indicato nel contesto. E: «Non spegnete lo spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono» (2 Tessalonicesi 5, 19-20). Con l’espressione “tenete”, san Paolo Impartisce un ordine.
Oggi, il reiterato invito del concilio Vaticano II a rispettare i carismi dovrebbe aprire le menti a questa teologia del carisma profetico e alla sua funzione essenziale nell’economia divina del governo della Chiesa. Dunque, quando il Santo Padre consacra il mondo al Cuore Immacolato di Maria o istituisce una festa come quella della Divina Misericordia in virtù di una richiesta pervenuta attraverso il canale della profezia, e ritiene che la sua azione risponda perfettamente ai requisiti della Nuova Alleanza, tale passo non è soltanto legittimo ma anche la risposta a un dovere di ordine soprannaturale.
Alla luce di ciò, possiamo apprezzare maggiormente il contributo profetico dato da santa Faustina alla Chiesa. Pensiamo a quello che il Santo Padre ha detto nel giugno del 1997 dopo avere reso grazie per l’istituzione della Festa della Divina Misericordia (menzionata prima): «Qui, accanto alle reliquie di Faustina Kowalska, io rendo grazie anche per il dono della sua beatificazione». Poi ha aggiunto: «Prego incessantemente Dio di avere “misericordia di noi e del mondo intero”», citando la speciale preghiera che Nostro Signore ha insegnato a santa Faustina, e cercando di soddisfare la sua richiesta di recitarla «incessantemente».
Possiamo davvero pensare a santa Faustina come al profeta Geremia, il quale disse: «Mi fu rivolta la parola del Signore: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato, ti ho stabilito profeta delle nazioni”» (Geremia 1, 4-5). Il profeta, tuttavia, si tirò indietro davanti all’imponenza del compito, osservando: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane» (v. 6). Il Signore gli rispose: «Non dire: Sono giovane, ma va’ da coloro da cui ti manderò e annunzia quello che ti ordinerò. Non temerli, perché io sono con te per proteggerti» (vv. 7-8).
Malgrado ciò, se dobbiamo credere che le rivelazioni ricevute da santa Faustina sono vere, come la sua beatificazione sembra garantire, dobbiamo considerare quest’umile serva di Dio anche una persona scelta dalla misericordia e dal disegno divino per svolgere un ruolo molto speciale nella storia della Chiesa. Consideriamo, per esempio, le predizioni che le sono state fatte da Nostro Signore e da Nostra Signora in svariate occasioni. Nostro Signore: «Preparerai il mondo per la Mia venuta finale» (Diario della Beata Faustina, 429). E Nostra Signora: «Ho dato il Salvatore al mondo; quanto a te, devi parlare al mondo della Sua grande misericordia e preparare il mondo per la Sua Seconda Venuta, non come Salvatore Misericordioso, ma come Giudice Giusto» (Diario, 635).
Che il Signore, nella sua grande misericordia, ci liberi dal giudizio che giungerà! So che questa è la preghiera della Beata Faustina. L’augurio è che sia anche la nostra.

La prima rivelazione
(
Sophia Michalenko) Il 22 febbraio 1931, Suor Faustina ricevette la prima di numerose rivelazioni riguardanti la sua missione nella vita: essere la confidente, segretaria e messaggera della Divina Misericordia per tutto il genere umano. Suor Faustina descrisse l’evento come segue:
«La sera, mentre ero nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito con un abito bianco. Aveva una mano alzata in segno di benedizione, l’altra toccava la veste all’altezza del petto. Da sotto la tunica, leggermente scostata sul petto, uscivano due grandi raggi, uno rosso e l’altro pallido. In silenzio tenevo lo sguardo fisso sul Signore, piena di timore, ma anche con grande gioia. Dopo un po’, Gesù mi disse: “Dipingi un’Immagine secondo questo modello che vedi, con in calce la scritta: Gesù, confido in Te. Desidero che quest’Immagine sia venerata, prima nella vostra cappella e poi in tutto il mondo.
Prometto che l’anima che venererà questa Immagine non perirà. Prometto anche la vittoria sui suoi nemici già qui sulla terra, ma specialmente nell’ora della morte. Io Stesso la difenderò come Mia gloria personale”.
Quando raccontai questo al mio confessore, egli mi diede la seguente risposta: “Ciò riguarda la tua anima”. Mi disse: “Certamente, dipingi l’Immagine di Dio nella tua anima”. Quando uscii dal confessionale, sentii di nuovo delle parole come queste: “La Mia Immagine è già nella tua anima. Io desidero che ci sia una Festa della Misericordia. Voglio questa Immagine, che dipingerai con il pennello, sia solennemente onorata la prima domenica dopo Pasqua; quella domenica deve essere la Festa della Misericordia.
Io desidero che i sacerdoti proclamino la Mia grande misericordia per le anime dei peccatori. I peccatori non abbiano paura di accostarsi a Me. Le fiamme della Misericordia bruciano in Me, supplicando di essere spente; voglio riversarle su queste anime”.
Gesù si lamentò con me con queste parole: “La sfiducia delle anime Mi addolora amaramente; malgrado il Mio inesauribile amore per loro, non confidano in Me. Neanche la Mia morte è sufficiente. Guai alle anime che abusano [di questi doni]”.
Quando ne parlai con la Madre Superiora, [Rosa, dicendole] che Dio mi aveva chiesto questo, rispose che Gesù avrebbe dovuto darmi un qualche segno perché potessimo riconoscerLo più chiaramente.
Quando chiesi al Signore Gesù di darmi un segno come prova “che Tu sei davvero il mio Dio e Signore e che questa richiesta viene da Te”, udii questa voce interiore: “Farò sì che tutto questo sia chiaro alla tua Superiora mediante le grazie che concederò attraverso questa Immagine”.
Quando cercai di sottrarmi a queste ispirazioni interiori, Dio mi disse che il Giorno del Giudizio Egli mi avrebbe chiesto di rendere conto di un gran numero di anime» (Diario 47-52).

L'Osservatore Romano