venerdì 29 aprile 2016

Caterina e la Divina Misericordia




Dalle "Lettere" di santa Caterina da Siena (Il neretto e le sottolineature sono mie)

Lettera 189, ai monaci di Cervaia.
Epistolario, Firenze, 1939, a cura di P. Misciatelli,vol.3°, 138-140.

Il dolce e buon Dio ha posto nell'uomo, mentre vive nel carcere corruttibile del suo corpo, un continuo rimedio che fortifica la ragione e la libertà dell'uomo, cioè la conti­nua medicina del fuoco dello Spirito Santo, che non gli è mai tolto. Adopera anche continuamente la grazia e i doni suoi. Così ogni giorno tu puoi e devi adoperare questo dolce battesimo, che ti è dato per grazia e non per debito.
Quando dunque l'anima vede in sé tanta eccellenza e fuoco di Spirito Santo, si inebria talmente dell'amore del suo Creatore, che perde tutta se stessa, e vivendo vive come morta alle cose di quaggiù, e non sente alcun diletto o gusto per le creature. Infatti la memoria è già piena dell'affetto del suo Creatore, e l'intelletto non intende né vede nessuna cosa se non in Dio e per Dio.
A questa perfezione, carissimi fratelli, voi siete invitati dallo Spirito Santo, che vi ha tratti dallo stato del secolo allo stato monastico; e siete legati con la guida della vera e santa obbedienza, condotti a mangiar favi di miele nel giardino della santa Chiesa.
Vi prego dunque, poiché questo dà tanta gioia, di non mai volgere il capo all'indietro per qualsiasi fatica o tenta­zione del demonio. E non soggiaccia mai a tristezza o confu­sione l'anima vostra, perché il demonio non vorrebbe altro. Infatti egli spesse volte, darà molte molestie e varie batta­glie, e vi farà falsamente giudicare contro l'obbedienza che vi fosse imposta.
E non fa questo perché creda che di primo colpo noi cadiamo, ma solo perché l'anima venga a disordinata tristez­za e confusione di mente. In questo stato, essa tralascia per tedio gli esercizi spirituali che faceva, parendole che le sue opere non debbano essere accette né piacevoli a Dio, poiché in tante tenebre e freddezza di cuore le sembra esser priva del calore della carità; ed allora crede meglio di lasciarle che di farle.
Ma non si deve far così poiché se tutti i peccati si radunassero nel corpo di un uomo, ma gli rimanesse la vera speranza e la viva fede nella infinita misericordia divina, non gli si potrà impedire di partecipare e ricevere il frutto del sangue del Figliuolo di Dio, il sangue che il dolce Gesù sparse, volendo compiere la volontà del Padre e la nostra salvezza.