giovedì 28 aprile 2016

DISGREGAZIONE TOTALE

Anima_corpo_gender

C’è un post, pubblicato sul blog “Nelle note”, che si intitola FARE DIVISIONE TRA MENTE ANIMA E CERVELLO (divisione tanto cara al gender ) E’ UN GRAVE SBAGLIO.

Ne riportiamo ampi stralci, perché offre spunti di riflessione molto interessanti.

Per esempio quando dice che la cultura della morte ha creato “nuovi linguaggi per nascondere verità scientifiche, che i genetisti conoscono bene, ovvero che la vita comincia dalla prima cellula dello zigote, e ci sono diverse prove scientifiche che accertano questo progetto Umano, biologico, unico, irripetibile, che se non interrotto porterà alla completa formazione di una nuova persona. Ma ormai è risaputo che la vita è riconosciuta solo su Marte ma non nell’utero della donna (cattomedioevale!). E’ chiaro anche che ad 89 giorni sei un ammasso di cellule e a 90 giorni “magicabula” sei un profilo perfetto nell’ecografia della mamma (la mia M. aveva già il mento a fragolina…) !”

Ripete anche lei delle evidenze che sembrerebbe da pazzi doverle stare a ribadire (che i maschi e le femmine sono diversi e che solo un uomo E una donna possono generare i figli). Poi prosegue ragionando su concetti un po’ meno evidenti, come quello di “Persona”.

Per inciso, per essere più chiari non esistono donne, uomini, gay, lesbiche, etc esistono solo donne o uomini, che possono in alcuni casi avere un orientamento diverso da quello più comune, ovvero possono essere persone con un orientamento omo erotico e non etero erotico (sì, l’ho detto, l’orientamento più comune, altrimenti la nostra specie si sarebbe già estinta da un pezzo, non è una “tradizione etero normativa”, è la natura stessa che tutela la conservazione della specie, o no?).
La Persona o è maschio o è femmina. Ci sono rarissimi casi patologici (…) il corpo in quei casi, anatomicamente parlando, ne porta segni evidenti.
… Il desiderio omosessuale resta un mistero della Persona in tutto il suo essere, spiegare l’orientamento omosessuale come determinato esclusivamente da un fattore è fare divisione nella Persona. Le teorie sui blocchi psichici adolescenziali legati alla triade, per assenza o ostilità paterna e o materna, i fattori legati ad una personalità narcisista che necessita di relazioni speculari etc, sono tutti possibili fattori psichici che incidono nella formazione di un dato orientamento, ma sono solo dei fattori condizionanti, che possono o non possono essere determinanti in tutte le persone, che possono o non possono essere legati o meno a fattori fisiologici, o ad esperienze personali o traumatiche. Ripeto, noi siamo esseri integrati, non divisi, unici, irripetibili, e in quanto Persone possiamo vivere degli aspetti condizionanti che però non è detto che siano determinanti, noi restiamo e siamo un mistero, e con questo sguardo, solo con questo sguardo possiamo fare accoglienza della Persona e fare verità nella scelta dei comportamenti.
Bisognerebbe accettare il proprio limite, e non pensare che potendolo e volendolo fare tutto sia legittimato.Bisognerebbe accorgersi e riconoscere il bisogno dell’Altro. Osservare e accettare la realtà. E non dovrei andare oltre, mi sembra già un assurdo dover spiegare qualcosa di evidente e mi sembra definibile come patologica la non accettazione di un evidenza.
Mi viene spesso risposto “basta che il bambino sia amato e che sia felice, tutto il resto è una discriminazione della coppia”.
No, scusate, non basta. Assolutamente non basta,
Primo, avrei da dire sulla qualità di un Amore che concentra tutto su un proprio desiderio senza pensare a ciò che è bene per il bambino. Secondo, la felicità non è la gaiezza, la felicità ad un certo punto si scontra con la durarealtà che va accolta, e non c’è cultura delle pari opportunità che regga. Se tu che dici di amarmi mi hai tolto volutamente un padre o una madre, hai scelto di strapparmi dalle mie origini, di farmi vivere una non realtà (non esistono due mamme e non esistono due papà), hai scelto di fare nei miei confronti uno dei peggiori atti di bullismo e di menzogna che potrò subire nella mia vita. Quel padre o quella madre mi mancheranno comunque, anche se amerò tantissimo la mia mamma e la sua compagna o il mio papà e il suo compagno. Scoprirò che sono stato comprato contrattato mercificato e che non sono nato da un atto d’ Amore che unisce la natura dei corpi e il desiderio delle anime, non sono nato da un impegno tra un uomo e una donna per sempre, come per sempre è di fatto la mia vita. Questo non è oggettivamente il meglio che si potrebbe desiderare per una nuova vita imposta per legge.
Il bambino come ogni Persona ha una necessità vitale di essere amato e anche di veder riconosciuti dei diritti innati ed essenziali per il proprio benessere psicofisico. Dovrebbe essere un diritto naturale del bambino avere la propria madre e il proprio padre da cui nascere e con cui poter crescere e sperimentare la propria identità nell’alterità. Il padre e la madre in quanto maschio e femmina sono evidentemente diversi. Sono fisicamente, psichicamente, emotivamente (e spiritualmente) diversi. E queste sono evidenze ormai provate scientificamente.
Quanto e come può incidere nella crescita di un bambino il fatto di non poter sviluppare la relazione unica ed esclusiva con la sua mamma i primi mesi di vita?
Quanto e come può incidere nella crescita di un bambino (e di un adolescente) la mancanza di un papà o di una mamma? Quanto e come può incidere nella crescita di un bambino non aver sperimentato il linguaggio affettivo relazionale ed emotivo diverso del maschile e del femminile, che viene dato diversamente dal papà e dalla mamma in quanto appunto diversi? Quanto incide non aver vissuto questo linguaggio come soggetto che si relaziona a loro in modo diverso? ma anche come soggetto che osserva la dinamica della relazione genitoriale uomo donna, due alterità diverse in tutto? La genitorialità può essere de sessualizzata, può esistere una dissociazione tra il ruolo e l’identità sessuale dei genitori?
Quanto e come può incidere nella crescita di un bambino in una famiglia omogenitoriale il riconoscimento sano di un immagine del corpo sessuato realistica ovvero non contraria all’identità sessuale “anatomica”? Mi chiedo come sia possibile che molti dei bambini maschi che vivono con una coppia di persone lesbiche siano sottoposti oltreoceano a trattamenti ormonali perché vogliono diventare ad un certo punto femmine, mi chiedo quanto influisca a livello psichico nel bambino il non desiderio verso la propria identità sessuale palesato nella relazione di coppia “omogenitoriale”?
Quanto e come può incidere un maggiore incoraggiamento nello scambio dei ruoli di genere e del travestitismo tipici di un certo tipo di cultura omosessuale nella formazione dell’identità sessuale del bambino?
Quanto e come incidono nella costruzione di una maturità affettiva e relazionale i tipi di relazione nell’ambiente delle coppie omosessuali che sono spesso relazioni promiscue, principalmente per il piacere (non per il dono reciproco aperto alla vita), e spesso transitorie?
Quanto e come può incidere un certo tipo di cultura di alcuni ambienti omosessuali dove la pederastia e la pedofilia vengono letti come orientamenti e non come devianze? Quanto e come può incidere un certo tipo di cultura di alcuni ambienti omosessuali dove i bambini vengono educati ad un autoerotismo in cui l’impulso al piacere non viene contenuto ma sempre soddisfatto?
E che non vi venga in mente di dire che sostengo che la persona omosessuale è automaticamente pedofila, perché la pedofilia è una devianza psichica prima ancora che sessuale, che prescinde dal proprio orientamento; ma un certo tipo di cultura di non contenimento di un impulso e di una iper sessualizzazione già nella prima infanzia, rendono più facile il determinarsi di un certo tipo di patologie? il dominio del più debole, la devianza e la promiscuità? Abbiamo la necessità e il bisogno di educare i nostri impulsi in quanto Persone ed esseri sociali, in relazione? (secondo le neuro-scienze sembrerebbe proprio di sì…)
Quanto e come può incidere nella crescita di un bambino il non avere una chiara identificazione della propria origine? Quanto e come può incidere nella formazione della propria identità una non storia della genealogia della famiglia? Quanto è importante la percezione di un senso di continuità temporale del proprio esistere dato dalla genealogia familiare? Quanto è importante questa genealogia per una immagine di sé rinforzata da un sentimento di “appartenenza” familiare?
Quanto e come incide il fatto di non ritrovare un tratto anche solo di come è fatto il proprio profilo nel viso delle persone che chiamo “genitori”? Quanto e come incide il fatto che potrebbe non esserci nella relazione “filiale” nessun vincolo biologico con un “genitore” di diritto ma non di natura?
Mi piacerebbe fare queste domande agli uomini e alle donne con orientamento omosessuale che si dicono a favore del matrimonio per tutti, a favore dell’eterologa e delle adozioni di bambini, mi piacerebbe che ci fosse una volontà di analizzare in modo critico questi temi per il bene del bambino, senza strumentalizzazioni e forzature ideologiche.
Ci associamo alla Giardiello. Aspettaiamo che qualcuno ci risponda.
L’omogenitorialità non esiste nella realtà naturale e non può esistere attraverso un diritto. La realtà di fatto di una coppia uomo donna che si ama ed è generativa è di fatto diversa dalla realtà di fatto di una coppia uomo uomo o donna donna che si ama ma che non è di fatto generativa. Non si possono ridurre due realtà diverse ad essere uguali con uno strumento giuridico.
No. Se tutta questa follia andrà avanti non funzionerà comunque, tutto questo creerà una generazione antropologicamente violenta perché ha radice in una non realtà, avremo una generazione confusa inquieta che non avrà radice, non avrà identità. Non funzionerà non perché non c’è la cultura perché funzioni, ma perché non è la realtà. E la non realtà quando si tenta di renderla tale, legittimando la menzogna e un ideologia, crea solo dolore e violenza. I primi a non accettare questa finzione saranno più o meno consciamente proprio i figli di diritto di queste coppie.
Ogni Persona deve ricordare a se stessa che ogni desiderio seppur legittimo è chiamato al confronto con la realtà e a mettersi a servizio della Persona che ha davanti. Ogni Persona deve ricordare che far morire un desiderio per un bene superiore ci dà l’unica possibilità di essere realmente generativi, perché vitali per un Altro, e generativi di quella Bellezza nascosta, che ogni giorno ci viene proposta come alternativa al nostro soddisfacimento individuale.
La Verità la conosciamo tutti a prescindere dal nostro orientamento sessuale, e ognuno di noi conosce qual è la cosa giusta e quale è il bene da Custodire. Confido fermamente nella Persona che è capace di generare prima ancora che fisiologicamente anche psichicamente un figlio, e che pensa al suo bene prima che al proprio. Confido nella Persona che, non è il suo orientamento erotico, non è vittima dei suoi desideri e dei suoi impulsi, e non è succube di questa cultura della menzogna e dell’autodeterminazione, ma è uomo o donna che contiene sceglie e discerne il bene, e lo fa nel corpo nell’anima e nel cervello. E’ così, in fondo è molto semplice anche se faticoso, se amiamo veramente non abbiamo altra possibilità se non quella di morire a noi stessi. Altrimenti non è Amore: si chiama possesso, dell’Altro. I figli non sono un diritto, non si possiedono, i figli sono un Dono, e per amarli bisogna fare memoria quotidiana che non sono nostri ma della vita stessa.
Katia Giardiello