martedì 26 aprile 2016

Medicina rigenerativa: una speranza per l’intera umanità

Presentazione III Conferenza Internazionale su Medicina Rigenerativa


di Luca Marcolivio
Un appuntamento che è ormai diventato un ‘classico’ nell’ambito della collaborazione tra la Santa Sede e il mondo della scienza e della ricerca. Si aprirà infatti giovedì prossimo la terza conferenza internazionale The Progress of Regenerative Medicine and its Cultural Impact (Città del Vaticano, 28-30 aprile), copromossa dal Pontificio Consiglio per la Cultura, assieme alle fondazioni Stem of Life e Stoq.
Tre giorni, in cui il dibattito sugli ultimi progressi della medicina rigenerativa e della ricerca sulle cellule staminali saranno il punto di partenza per un vero e proprio confronto interdisciplinare, filtrato dalle lenti della medicina, dell’etica, della filosofia, della teologia, del diritto e anche dell’economia.
Alla presentazione dell’evento, avvenuta stamattina presso la Sala Marconi di Radio Vaticana, monsignor Paul Tighe, segretario aggiunto del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha subito posto in evidenza il carattere interdisciplinare del congresso e il suo approccio aconfessionale, in cui il punto di vista della Chiesa Cattolica sarà messo a confronto con l’esperienza di altre religioni e dei non credenti.
Il tema della medicina rigenerativa, ha ricordato il presule, coinvolge molteplici categorie, che vanno dai medici, ai politici, fino ai ricercatori e ai filantropi.
Da parte sua, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura ha illustrato l’imminente congresso come un ulteriore sviluppo del rapporto tra “scienza e fede”, in cui la fede è da intendersi nel senso più ampio possibile del termine, comprendendo anche “la sua dimensione etica, culturale e sociale”.
È ormai superato, ha lasciato intendere Ravasi, il vecchio approccio positivista comtiano, che considerava insignificante ogni fatto che non sia sperimentabile e misurabile a livello scientifico. La conoscenza, cioè, “non può esaurirsi ad una conoscenza scientifica”, laddove “credenti e non credenti, oltre che sulla scienza, si misurano anche sull’etica”.
A sostegno di tale assunto, il porporato ha citato Kant, per il quale religione, etica e scienza devono agire in modo sinergico, altrimenti c’è il rischio di una “amputazione della persona”.
Il cardinale Ravasi ha concluso, sintetizzando lo spirito del congresso, secondo cui, “la medicina non è solo una questione cellulare o biologica ma anche culturale ed antropologica”.
Scopo della tre giorni di dibattito, ha affermato la presidente di Stem for Life, Robin L. Smith, è quello di “rinforzare un dialogo robusto di livello internazionale sul progresso della scienza” nell’ambito della terapia cellulare – non solo staminale – per il quale la studiosa ha preso atto di quanto sia “stupefacente” il progresso della ricerca negli ultimi anni.
La dottoressa Smith ha menzionato in modo particolare l’affermazione di “immunoterapie” per il trattamento del cancro, le quali offrono “una reale speranza per quanti soffrono di questa mortale malattia”.
Il lavoro di collaborazione svolto dalla Stem for Life Foundation con la Santa Sede potrà offrire al mondo intero il messaggio per il quale “le cure di domani potranno essere trovate nei nostri corpi di oggi”, ispirando così “la prossima generazione di scienziati ad aiutarci a portare queste terapie fuori dalle cliniche e metterle a disposizione di tutto il mondo”.
Il congresso che aprirà i battenti giovedì, quindi, metterà a confronto medici e ricercatori talentuosi, portando anche l’esperienza diretta dei pazienti e delle loro famiglie e raccontando storie di veri e propri “eroi”.
Momento culminante della conferenza internazionale sarà l’udienza con papa Francesco, in programma venerdì mattina. L’attenzione del Santo Padre ha notevolmente rallegrato i congressisti, anche a motivo della “compassione” da lui dimostrata in modo particolare verso “i giovani malati e sofferenti”.
“In questo anno giubilare – ha proseguito la presidente di Stem for Life – il nostro auspicio è che tutti i popoli del mondo ascoltino il messaggio del Santo Padre e si uniscano a noi, nella nostra missione di portare le terapie in un mondo disperatamente bisognoso di speranza e di cura”.
Sempre venerdì, altro momento topico sarà l’intervento del vicepresidente degli USA, Joe Biden che rivolgerà un discorso ai congressisti, in cui manifesterà il suo sostegno alle nuove cure contro il cancro.
È infine intervenuto monsignor Tomasz Trafny, direttore del Dipartimento “Scienza e Fede” del Pontificio Consiglio per la Cultura, ricordando che il congresso approfondirà in modo particolare lo spinoso tema delle “malattie rare”, le quali, pur essendo normalmente presentate come una “realtà settoriale”, rappresentano una vera emergenza, poiché coinvolgono una popolazione di circa 300 milioni di malati in tutto il mondo.
L’approccio sarà all’insegna del “dialogo” e porrà a confronto anche medici e ricercatori che non condividono l’etica cattolica: è in questo clima di confronto costruttivo, che si cercherà di lanciare un messaggio di speranza, mostrando una scienza che “progredisce in modo significativo” e che non lavora a “compartimenti stagni”.
Saranno mostrati “decine migliaia di protocolli di cura che non suscitano problemi etici o morali”, come invece è capitato, ad esempio, per l’“editing del DNA” portato avanti da alcuni scienziati cinesi e messo in discussione da riviste specialistiche nient’affatto cattoliche come Nature e Science.
Gli obiettivi della conferenza internazionale sulla medicina rigenerativa, ha poi concluso monsignor Trafny, si possono quindi sintetizzare in tre punti: 1) accrescere la collaborazione tra persone di diverse religioni nella ricerca delle cure; 2) potenziare la ricerca, superando una prospettiva di puro “ritorno economico”; 3) assicurare l’accessibilità alle cure, anche da parte dei meno abbienti.
Zenit
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Presa di posizione in merito alla votazione sulla Legge sulla medicina della procreazione -- La Commissione di bioetica della Conferenza dei vescovi svizzeri rifiuta la modifica della Legge sulla medicina della procreazione che intende fissare le condizioni dell’introduzione della diagnosi preimpianto in Svizzera. (...)