domenica 24 aprile 2016

Santa Messa in occasione del Giubileo dei Ragazzi e delle Ragazze. Omelia e Regina Coeli di Papa Francesco

Nuovo tweet del Papa: "Cari giovani, con la grazia di Dio possiate diventare cristiani autentici e coraggiosi, testimoni di amore e di pace." (24 aprile 2016)


***

Santa Messa in occasione del Giubileo dei Ragazzi e delle Ragazze. Omelia di Papa Francesco: "So che siete capaci di gesti di grande amicizia e bontà. Siete chiamati a costruire così il futuro: insieme agli altri e per gli altri, mai contro qualcun altro!"
Sala stampa della Santa Sede

"Alzatevi sempre. Dio vi vuole in piedi"

Alle ore 10.30 di oggi, V Domenica di Pasqua, il Santo Padre Francesco celebra la Santa Messa sul Sagrato della Basilica Vaticana, in occasione del Giubileo dei Ragazzi e delle Ragazze (Roma, 23-25 aprile). Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa pronuncia la seguente omelia: 
Testo dell'allocuzione del Papa - Il segno (...) indica parole pronunciate a braccio.
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
Cari ragazzi e ragazze, che grande responsabilità ci affida oggi il Signore! Ci dice che la gente riconoscerà i discepoli di Gesù da come si amano tra di loro. L’amore, in altre parole, è la carta d’identità del cristiano, è l’unico “documento” valido per essere riconosciuti discepoli di Gesù. L'unico documento valido! Se questo documento scade e non si rinnova continuamente, non siamo più testimoni del Maestro. Allora vi chiedo: volete accogliere l’invito di Gesù a essere suoi discepoli? Volete essere suoi amici fedeli? 
Il vero amico di Gesù si distingue essenzialmente per l’amore concreto, non l'amore nelle nuvole, l'amore concreto che risplende nella sua vita. (...) Volete vivere questo amore che Lui ci dona? Volete e non volete? Cerchiamo allora di metterci alla sua scuola, che è una scuola di vita per imparare ad amare. Lavoro di tutti i giorni.
Anzitutto, amare è bello, è la via per essere felici. Però non è facile, è impegnativo, costa fatica. Pensiamo, ad esempio, a quando riceviamo un regalo: questo ci rende felici, ma per preparare quel regalo delle persone generose hanno dedicato tempo e impegno, e così, regalandoci qualcosa, ci hanno donato anche un po’ di loro stesse, qualcosa di cui hanno saputo privarsi. Pensiamo anche al dono che i vostri genitori e animatori vi hanno fatto, permettendovi di venire a Roma per questo Giubileo dedicato a voi. Hanno progettato, organizzato, preparato tutto per voi, e questo dava loro gioia, anche se magari rinunciavano a un viaggio per loro. Questa è la concretezza dell'amore.  Amare infatti vuol dire donare, non solo qualcosa di materiale, ma qualcosa di sé stessi: il proprio tempo, la propria amicizia, le proprie capacità.
Guardiamo al Signore, che è invincibile in generosità. Riceviamo da Lui tanti doni, e ogni giorno dovremmo ringraziarlo... Io vorrei chiedervi: voi ringraziate il Signore ogni giorno? Anche se noi ci dimentichiamo, Lui non si scorda di farci ogni giorno un dono speciale. Non è un regalo da tenere materialmente tra le mani e da usare, ma un dono più grande, per la vita. Cosa ci dona? Ci dona la sua amicizia fedele, - lui è amico sempre! - che non ci toglierà mai. Anche se tu lo deludi e ti allontani da Lui, Gesù continua a volerti bene e a starti vicino, a credere in te più di quanto tu creda in te stesso. (...) E questo è tanto importante! Perché la minaccia principale, che impedisce di crescere bene, è quando a nessuno importa di te, - è cosa triste questo - quando senti che vieni lasciato in disparte. Il Signore invece è sempre con te ed è contento di stare con te. Come fece con i suoi giovani discepoli, ti guarda negli occhi e ti chiama a seguirlo, a “prendere il largo” e a “gettare le reti” fidandosi della sua parola, cioè a mettere in gioco i tuoi talenti nella vita, insieme con Lui, senza paura. Gesù ti aspetta pazientemente, attende una risposta, attende il tuo “sì”.
Cari ragazzi, alla vostra età emerge in voi in modo nuovo anche il desiderio di affezionarvi e di ricevere affetto. Il Signore, se andate alla sua scuola, vi insegnerà a rendere più belli anche l’affetto e la tenerezza. Vi metterà nel cuore un’intenzione buona, quella di voler bene senza possedere: di amare le persone senza volerle come proprie, ma lasciandole libere. (...) C’è sempre infatti la tentazione di inquinare l’affetto con la pretesa istintiva di prendere, di “avere” quello che piace. Questo è egoismo. E anche la cultura consumistica rafforza questa tendenza. Ma ogni cosa, se la si stringe troppo, si sciupa, si rovina: poi si rimane delusi, con il vuoto dentro. Il Signore, se ascoltate la sua voce, vi rivelerà il segreto della tenerezza: prendersi cura dell’altra persona, che vuol dire rispettarla, custodirla e aspettarla. (...) 
In questi anni di giovinezza voi avvertite anche un grande desiderio di libertà. Molti vi diranno che essere liberi significa fare quello che si vuole. Ma qui bisogna saper dire dei no. (...) La libertà non è poter sempre fare quello che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. La libertà, invece, è il dono di poter scegliere il bene: è libero chi sceglie il bene, chi cerca quello che piace a Dio, anche se è faticoso. (...) Ma solo con scelte coraggiose e forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita. (...) Non accontentatevi della mediocrità, di “vivacchiare” stando comodi e seduti; non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose; diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all’ultima moda. La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia; non è una “app” che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore. La libertà è un'altra cosa.
Perché l’amore è il dono libero di chi ha il cuore aperto; è una responsabilità bella che dura tutta la vita; è l’impegno quotidiano di chi sa realizzare grandi sogni! (...) 
L’amore si nutre di fiducia, di rispetto e di perdono. L’amore non si realizza perché ne parliamo, ma quando lo viviamo: non è una dolce poesia da studiare a memoria, ma una scelta di vita da mettere in pratica! 
Come possiamo crescere nell’amore? 
Il segreto è ancora il Signore: Gesù ci dà Sé stesso nella Messa, ci offre il perdono e la pace nella Confessione. Lì impariamo ad accogliere il suo Amore, a farlo nostro e a rimetterlo in circolo nel mondo. E quando amare sembra pesante, quando è difficile dire di no a quello che è sbagliato, guardate la croce di Gesù, abbracciatela e non lasciate la sua mano, che vi conduce verso l’alto e vi risolleva quando cadete. (...) Alzatevi sempre. Dio vi vuole in piedi.

So che siete capaci di gesti di grande amicizia e bontà. Siete chiamati a costruire così il futuro: insieme agli altri e per gli altri, mai contro qualcun altro! Farete cose meravigliose se vi preparate bene già da ora, vivendo pienamente questa vostra età così ricca di doni, e senza aver paura della fatica. Fate come i campioni sportivi, che raggiungono alti traguardi allenandosi con umiltà e duramente ogni giorno. Il vostro programma quotidiano siano le opere di misericordia: allenatevi con entusiasmo in esse per diventare campioni di vita!, campioni d'amore. Così sarete riconosciuti come discepoli di Gesù. (...) E la vostra gioia sarà piena.

***

La recita del Regina Coeli di Papa Francesco. I saluti e il ricordo dei due vescovi ortodossi rapiti in Siria tre anni fa

Al termine di questa celebrazione giubilare, il mio pensiero si rivolge in modo particolare a voi, cari ragazzi e ragazze. Siete venuti dall’Italia e da diverse parti del mondo per vivere momenti di fede e di fraterna convivialità. Grazie per la vostra gioiosa e chiassosa testimonianza. Andate avanti con coraggio!
Ieri, a Burgos (Spagna), sono stati proclamati Beati il sacerdote Valentín Palencia Marquina e quattro suoi compagni martiri, giovani, uccisi per la loro fede durante la guerra civile spagnola. Lodiamo il Signore per questi suoi coraggiosi testimoni, e per loro intercessione supplichiamolo di liberare il mondo da ogni violenza.
È sempre viva in me la preoccupazione per i fratelli vescovi, sacerdoti e religiosi, cattolici e ortodossi, sequestrati da molto tempo in Siria. Dio Misericordioso tocchi il cuore dei rapitori e conceda quanto prima a quei nostri fratelli di essere liberati e poter tornare alle loro comunità. Per questo vi invito tutti a pregare, senza dimenticare le altre persone rapite nel mondo.
Affidiamo tutte le nostre aspirazioni e le nostre speranze all’intercessione di Maria, Madre di Misericordia.