mercoledì 11 maggio 2016

L'ora è di smarrimento, ma la speranza non va perduta


L'ora è di smarrimento, ma la speranza non va perduta
di Stefano Fontana*

Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 11 maggio 2016 la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge Cirinnà sulle Unioni civili. A meno di un atto del Presidente della Repubblica che può rinviare le leggi approvate al Parlamento, atto possibile ma improbabile, l’Italia ha quindi una legge che riconosce giuridicamente le convivenze di fatto tra persone eterosessuali e le unioni civili tra persone omosessuali. La coppia omosessuale è completamente paragonata alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Lo stralcio dellastepchild adoption (l’adozione del figlio del partner) dal testo della legge non ha modificato l’impianto generale della stessa e, anzi, sarà prossimamente fonte di altre preoccupazioni avendo il governo annunciato di voler rivedere la legge sull’adozione, appunto per permettere per quella via l’adozione da parte delle coppie omosessuali.
Il contenuto della legge ha gravissime conseguenze sociali. Il matrimonio e la famiglia sono potenzialmente distrutte. Tutto l’ordinamento giuridico, da una legge nazionale fino al regolamento di una scuola, dovrà essere inteso d’ora in poi come applicabile ad ogni tipo di famiglia. Tutte le politiche familiari – fiscali, abitative, scolastiche, giovanili, sanitarie …, dovranno essere svolte indifferentemente per le coppie eterosessuali sposate e con figli e per le coppie omosessuali naturalmente non fertili. L’omosessualità viene considerata utile per il bene comune e, quindi, dovrà essere insegnata nelle scuole accanto ad altre forme di relazione sessuale. Già oggi lo si fa ampiamente, ma di fatto. Da domani lo si dovrà fare di diritto.
La società viene concepita non come originata dalle famiglie, ma come una somma di individui che hanno diritto al riconoscimento dei loro desideri, qualsiasi essi siano, al di fuori di ogni norma naturale. Tra il potere politico che riconosce questi diritti e le lobbies che li promuovono si stabilirà una saldatura potente che stritolerà chiunque si ponga in mezzo. Non sarà più possibile parlare di bene e di verità nella sfera pubblica.
La strada è aperta all’approvazione di altre leggi nefaste e ingiuste, che stavano aspettando il lasciapassare della Cirinnà. Il ddl Fedeli, per esempio, che renderà obbligatorio l’insegnamento gender nelle scuole. Oppure il ddl Scalfarotto che impedirà di dire in pubblico ciò che si pensa a proposito dell’omosessualità e dell’omosessualismo. Si arriverà, come già ricordato sopra, all’adozione dei minori da parte di coppie omosessuali e, tramite la fecondazione eterologa, ormai completamente sdoganata dalle sentenze giudiziali e della Corte costituzionale, a forme di “famiglia” aperta e incrociata all’interno della quale i legami naturali saranno solo un ricordo. 
La legge approvata dal Parlamento è ingiusta, dannosa, tragicamente contraria al bene della persona, della famiglia e della società. Il Presidente del Consiglio si dichiara cattolico. L’onorevole Boschi, ministro per i rapporti per il Parlamento si dichiara ripetutamente cattolica e, sono parole sue, «formatasi alle Giornate della gioventù volute da Giovanni Paolo II». Molti onorevoli del Partito democratico si dicono cattolici e i giornali li chiamano in gergo cattodem. A giungere in aiuto al governo in occasione della votazione al Senato erano giunti i parlamentari del gruppo guidato da Alfano, che si dicono cattolici. Molti deputati che hanno votato contro la legge Cirinnà appoggiano però il governo e continueranno ad appoggiarlo nonostante il loro voto contrario alla legge in questione. Questo panorama è squallido e indecoroso. Molti cattolici ne sono scandalizzati.
Durante il lungo percorso parlamentare del ddl Cirinnà, la base cattolica, e non solo, del nostro Paese si è mobilitata dando vita a due Family Day nel giugno 2015  e nel gennaio 2016. Le persone semplici che si sono assunte questo onere hanno salvato la faccia del mondo cattolico e il buon nome dell’Italia. Molte associazioni non si sono mai mobilitate e si sono adattate agli avvenimenti, quando non li hanno esse stesse promossi. Da parte della gerarchia ecclesiastica è prevalso il silenzio, quando non una comunicazione fuorviante. Nessuna traccia della Nota che i Vescovi avevano pubblicato nel 2007. Molti documenti del magistero, come la Nota della Congregazione della Dottrina della fede del 2003, sono stati trascurati o dimenticati. 
Il governo è arrivato a far approvare la legge sulle Unioni civili con una arroganza politica mai vista in precedenza. Sia al Senato prima sia alla Camera poi, ha posto la fiducia. Fatto assolutamente inusitato, trattandosi di una legge ad alto contenuto etico ed antropologico che chiamava direttamente in causa la coscienza dei parlamentari. La posizione della fiducia ha impedito il confronto parlamentare e ha obbligato i parlamentari ad un voto politico. Così la politica ha schiacciato l’etica. Il governo ha completamente impedito una seria discussione parlamentare anche evitando di far passare il testo di legge in Commissione o blindandone il testo. Non era mai capitato prima, sicché molti osservatori hanno espresso vivo allarme per la democrazia.
In quest’ora drammatica e pericolosa, mentre non possiamo sperare niente dalle coscienze, anche cattoliche, che hanno deciso di adattarsi al vincitore di oggi e al pensiero unico di cui è portatore, la speranza può venire sia da un residuo di uomini politici che si sono finora opposti alla legge sulle unioni civili in Parlamento, spesso con grave sforzo personale e disagio, sia dalla coscienze più avvertite presenti nel Paese. È auspicabile che i primi diano corpo a iniziative politiche condivise e trasversali anche puntando su prossimi appuntamenti referendari; i secondi si uniscano e si mobilitino per far sentire che il Paese reale non corrisponde a quello delle lobbies e delle gerarchie del Palazzo. 
La speranza ultima però viene dalla fede nell’aiuto del Signore e dall’uso delle forze della ragione che Egli ha posto in tutti noi. Nei momenti di sbandamento generale bisogna aggrapparsi con maggiore forza a Ciò Che Conta e lì ritrovare la forza e il coraggio di riprendere la lotta. 

* Direttore dell'Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa

***Unioni civili, è legge. Ma la battaglia continua
di Marco Guerra

Il fatto che il via libera definitivo della Camera (371 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti) della legge sulle unioni civili sia stato accompagnato da un lungo applauso dai banchi del Pd e dal silenzio degli alleati centristi della maggioranza che hanno comunque assicurato il loro appoggio a questa legge, la dice molto lunga su quale sia la vera natura di un compromesso che serviva a salvare la faccia a Renzi e la poltrona ad Alfano.
«Avete contribuito a scrivere una pagina di storia. Matteo». È l'sms inviato dal premier a tutti i deputati del Pd e che fa il paio con le dichiarazioni di giubilo dei vari parlamentari dem, i quali fanno a gara a caricare mediaticamente quello che giuridicamente forse ancora non è, ovvero un vero e proprio matrimonio per le coppie omosessuali. Allora ecco che tutta la pattuglia del Pd con coccarda arcobaleno puntata sul petto parla di «storico traguardo», «innovazione che rende l’Italia più dinamica», «passo in avanti sulla strada dei diritti».
Il Job act, gli 80 euro e persino la riforma costituzionale non sono stati motivo di tanta soddisfazione da parte del Partito democratico. Maria Elena Boschi è uscita da Montecitorio per incontrare alcuni manifestanti del fronte Lgbt. Bandiere arcobaleno, applausi e selfie con il ministro; tra i fan in prima fila Luxuria, Paola Concia e altri volti noti dei movimenti organizzati del mondo omosessuale. Non è da meno la Boldrini, secondo la quale oggi la democrazia è più forte. Parole quanto meno paradossali considerando che la legge è stata approvata solo grazie a due fiducie e alla violazione di tutte le prerogative del dibattito parlamentare di cui la stessa ‘presidentessa’ avrebbe dovuto fare da garante.
In questo clima da fuochi di artificio, in questo giorno definito “di festa” dallo stesso presidente del Consiglio, passa inosservato il ruggito del topo di Maurizio Lupi: «Prendo atto con soddisfazione che Renzi dice che oggi non ci sono le condizioni parlamentari per ragionare di adozioni per le coppie omosessuali». Poco prima anche il segretario di Ncd Alfano ha provato a segnare un punticino a suo favore ricordando che lo stralcio della Stepchild adoption (adozione del figliastro) è il risultato della mediazione di Area Popolare, ma dimenticando di dire che senza il soccorso dei moderati eletti con il centro-destra il ddl Cirinnà sarebbe rimasto impantanato al Senato per via del rifiuto del Movimento 5 Stelle di votare la fiducia sul testo.
Ap nei prossimi giorni dovrà fare i conti con non pochi mal di pancia e con il voto contrario di due dei suoi deputati: Pagano (che si è autosospeso dal partito), Binetti (che ha votato sì alla fiducia e no alla legge). Nella maggioranza hanno votato contro anche il deputato della Stella alpina della Valle d’Aosta, Rudi Marguerettaz, e Gian Luigi Gigli del Centro Democratico e Movimento per la Vita Italiano.
Un altro fronte che si apre adesso è quello dei sindaci obiettori. Matteo Salvini subito dopo il voto suona il richiamo del corno: «Sindaci della Lega disobbedite». «È una legge sbagliata - ha aggiunto - anticamera delle adozioni gay». A rispondergli subito è il primo cittadino di Padova, Massimo Bitocci: «Non celebrerò mai matrimoni fra persone dello stesso sesso. Ho il dovere di servire i cittadini e di promuovere la crescita della comunità padovana, ma non mi sento obbligato ad assecondare le scelte di Renzi che, differentemente da me, non è stato eletto». «Eventuali relazioni fra coppie omosessuali – aggiunge - possono essere regolarizzate con contratti di natura privatistica. Quella sulle unioni civili è una battaglia ideologica, che, nei fatti, riguarda una porzione minima della popolazione: sul registro anagrafico delle coppie di fatto, inaugurato a Padova dalle precedenti giunte di sinistra, dal 2007 si sono iscritte solo 9 coppie di persone dello stesso sesso».
La vera partita resta però il referendum di ottobre con i promotori del Family Day che si apprestano a varare i Comitati delle ‘Famiglie per il no’ e Renzi che, tra una festa e l’altra, conferma: «Se non passa il referendum costituzionale la mia carriera politica finisce».
Intanto tutte le opposizioni di centro-destra sembrano compattarsi per l'indizione di un referendum abrogativo che verrà presentato oggi presso la sala stampa della Camera da Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea, Maurizio Gasparri e Lucio Malan di Forza Italia, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni della Lega, Francesco Bruni e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italia, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Ds-Cd, Guglielmo Vaccaro di Italia Unica e il presidente della Commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi. «Medioevo» commenta la Cirinnà riferendosi all’iniziativa, «il festival della fantapolitica» rincara Renzi dimostrando ancora una volta che il voto e la democrazia sono valori assoluti solo se agitati dalla sinistra.
lanuovabq