mercoledì 22 giugno 2016

Imparare a pregare 2



Capitolo 1: Le poste in gioco della preghiera

"La nostra vita varrà quello che varrà la nostra orazione"
MARTHE ROBIN

3. Amare gratuitamente.

La fedeltà alla preghiera è preziosa poichè ci aiuta a preservare l'aspetto della gratuità nella nostra vita: pregare è perdere il proprio tempo per Dio. Alla base si tratta di un atteggiamento di amore gratuito. Questo senso della gratuità è molto minacciato oggi in cui tutto è pensato in termini di redditività, efficienza e performance... Mi piace tanto una delle parole che Dio ha rivolto a suor Maria della Trinità, chiamandola a una vita di preghiera totalmente gratuita, di adorazione e pura ricettività: "E' più facile che si trovino operai per lavorare che bambini per fare festa". La preghiera ci educa ad essere presenti a Dio, in una semplice attenzione amorosa.
La meraviglia è che, imparando ad essere presenti a Dio solo, con ciò impariamo anche ad essere presenti agli altri. Non c'è una scuola più bella e più efficace di attenzione al prossimo rispetto alla perseveranza nella preghiera. Provare per credere...

4. Anticipare il Regno

La preghiera ci fa anticipare il Cielo: ci fa intravvedere e assaporare una felicità che non è di questo mondo, che niente può offrirci quaggiù, questa felicità in Dio a cui siamo destinati, per la quale siamo stati creati.
La preghiera permette di accedere alle realtà annunciate da san Paolo: "Quelle cose che occhio non vide, nè orecchio udì nè mai entrarono in cuore di uomo, questo ha preparato Dio per coloro che lo amano" (1Cor. 2, 9). Nella preghiera impariamo fin da questa terra la nostra attività durante l'eternità: estasiarci nella Bellezza divina con un cuore ed uno sguardo di bambino.
E questo è importantissimo soprattutto oggi: c'è tanta bruttezza, tanto male, tanta violenza. Dio ci risponde nella preghiera mettendoci a parte dello splendore, della meraviglia della sua Grazia. E' la vita mistica del popolo di Dio, soprattutto dei poveri e dei piccoli. "In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto" (Lc. 10,21). 
Una bella cosa da notare: mettendoci in comunione con Dio, la preghiera ci fa partecipare alla Sua creatività. La contemplazione nutre le nostre facoltà creatrici, in particolare nell'ambito della Bellezza. L'arte contemporanea manca dolorosamente di ispirazione e spesso produce solo una bruttezza desolante, mentre l'uomo ha tanta sete di bellezza. La preghiera ci fa diventare degli artisti: ho presente non solo il Beato Angelico, Rembrandt e Johann Sebastian Bach, ma anche don Luigi Giussani, Antoni Gaudì, Kiko Arguello...