mercoledì 10 agosto 2016

La famiglia controversa

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Una cosa è certa. La famiglia come istituzione naturale fondante la vita sociale dei popoli è fortemente minata. Non è più univoco cosa s’intenda quando si usa la parola “famiglia” (spesso sostituita con il più indefinito “famiglie” come è accaduto a Torino, di recente, con la costituzione dell’assessorato alle famiglie).
Mai come in questo periodo storico, si sta mettendo mano ai cardini attorno a cui si muove la vita dell’uomo. Cos’è la famiglia? Cos’è l’essere umano? Cos’è la sessualità? Cos’è il genere maschile e quello femminile? Cos’è la maternità e la genitorialità? L’alfabeto che, per secoli, la gente più comune impiegava quando trattava di questi argomenti era chiaro, limpido, elementare. Oggi non è più così. Può piacere o meno, ma oggi non è più valido ciò che lo era un tempo, soprattutto da un punto di vista semantico. Per questo stupisce lo scandalo suscitato da un post su facebook del presidente di una delle maggiori associazioni musulmane in Italia che a commento delle prime unioni civili registrate nei nostri comuni ha scritto: “E ora, la poligamia!”. Non esiste la famiglia? Appunto, “famiglie”!

In un contesto storico e culturale come l’attuale, così in evoluzione, la Chiesa si erge a baluardo non solo dei valori più comuni (si pensi ad esempio alla difesa del matrimonio tra un uomo e una donna o al riconoscimento che il genere sessuale sia legato alla dimensione biologica non un fatto cangiante e determinabile dal soggetto), ma della stessa ragione umana, capace di riconoscere la “natura” originale del reale.
Non si dà svolta antropologica se si sradica l’uomo dalla sua natura. Se, tuttavia, anche la Chiesa cominciasse a vacillare nei suoi convincimenti dottrinali, allora la deriva sarebbe ineluttabile e rapidissima
Lorenzo Bertocchi e Matteo Matzuzzi nel loro libro a quattro mani “La famiglia controversa” (Ed. Castelvecchi, € 14,50, pag. 127) paventano una cedevolezza del pensiero cattolico e una conseguente inclinazione verso una sempre maggior liquidità dell’idea di uomo e di famiglia. All’indomani dei due Sinodi sulla famiglia e dell’Esortazione “Amoris laetitia”, in un’agile lettura, come fosse un articolo di giornale, con la punta della penna intrisa di mistero quasi si trattasse di un giallo, ripercorrono la storia di questi ultimi anni all’interno del dibattito intraecclesiale.
Il loro è un pamphlet giornalistico che ha la sola ambizione di calare il lettore dentro la cronaca di questi due, insoliti, per la sequenza così ravvicinata, Sinoditenuti insieme dal tentativo di restituire vigore all’annuncio evangelico della famiglia, ma che rischiano di accentuare confusioni già esistenti, magisterializzando dubbi e incertezze. Non è un saggio analitico. Non ha nemmeno la pretesa di offrire un proprio personale contributo al dibattito. Molto si è scritto. Il tentativo, a tratti, persino avvincente, è quello di svegliare l’attenzione sulla posta in gioco. Se le istituzione ecclesiastiche ci possono parere qualcosa di burocratico e tutto sommato lontano come certi documenti pontifici, il lavoro di Bertocchi e Matzuzzi è volto a coinvolgere il “cristiano medio” perché di lui si parla, della sua famiglia e di quella dei suoi figli, del Vangelo e di come Cristo abbia inteso che i suoi discepoli vivessero e annunciassero questa straordinaria realtà umana. “La famiglia controversa” si apre e si chiude con due citazioni che dicono la serietà, pur in uno scritto semplice e accessibile a chiunque, da cui i due giornalisti hanno preso le mosse.
La prima è dal sapore apocalittico una citazione tratta da una lettera che Suor Lucia scrive ad Cardinale Caffarra. “Lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e il matrimonio”. La seconda si trova sul retro di copertina: “La famiglia e la sessualità sembrano essere a tutti gli effetti il terreno di scontro su cui si gioca il futuro della Chiesa Cattolica”.
E’ un libro, indubbiamente, controverso come paradossalmente recita il titolo. E’ scritto – è evidente a chi conosce gli autori, ma anche dal lettore senza pregiudizi – con amore e per amore verso la Chiesa e i suoi pastori, ma che non nasconde, senza infingimenti e senza la retorica di un certo linguaggio ecclesiale, preoccupazione e tensione.
Si potrebbe dire che è uno scritto franco e schietto, ciò che esattamente Papa Francesco ha chiesto ai padri sinodali all’inizio dei loro lavori.
L&P