martedì 13 settembre 2016

Padre Cantalamessa: Come proteggersi dal demonio

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di p. Raniero Cantalamessa ofmcapp.*

“Allora un uomo che era posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio. E Gesù lo sgridò: Taci! Esci da quell’uomo. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui”.
Che pensare di questo episodio narrato nel vangelo di questa domenica e di tanti altri episodi analoghi presenti nei vangeli? Esistono ancora gli “spiriti immondi”? Esiste il demonio?
Quando si parla della credenza nel demonio, dobbiamo distinguere due livelli: il livello delle credenze popolari e il livello intellettuale (letteratura, filosofia e teologia).
A livello popolare, o di costume, la nostra situazione attuale non è molto diversa da quella del medio evo, o dei secoli XIV-XVI, tristemente famosi per l’importanza accordata ai fenomeni diabolici.
Non ci sono più, è vero, processi dell’inquisizione, roghi per indemoniati, caccia alle streghe e cose simili; ma le pratiche che hanno al centro il demonio sono ancora più diffuse che allora, e non solo tra i ceti poveri e popolari. È divenuto un fenomeno sociale (e commerciale!) di proporzioni vastissime.

Si direbbe anzi che quanto più si cerca di scacciare il demonio dalla porta, tanto più egli rientra dalla finestra;quanto più viene estromesso dalla fede, tanto più imperversa nella superstizione.
Ben diversamente stanno le cose a livello intellettuale e culturale. Qui regna ormai il più totale silenzio sul demonio. Il nemico non esiste più. L’autore della demitizzazione, R. Bultmann, ha scritto: “Non si può usare la luce elettrica e la radio, non si può ricorrere in caso di malattia a mezzi medici e clinici e al tempo stesso credere al mondo degli spiriti”.
Io credo che uno dei motivi per cui molti trovano difficile credere nel demonio è che si cerca il demonio nei libri, mentre al demonio non interessano i libri, ma le anime, e non lo si incontra frequentando gli istituti universitari, le biblioteche e le accademie, ma, appunto, le anime.
Paolo VI ha riaffermato con forza la dottrina biblica e tradizionale intorno a questo “agente oscuro e nemico che è il demonio”. Scrive tra l’altro: “Il male non è più soltanto una deficienza, ma un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa”.
Anche in questo campo, tuttavia, la crisi non è passata invano e senza portare anche frutti positivi. In passato si è spesso esagerato nel parlare del demonio, si è visto dove non era, si sono commessi molti torti e ingiustizie, con il pretesto di combatterlo; occorre molta discrezione e prudenza per non cadere precisamente nel gioco del nemico.
Vedere il demonio dappertutto non è meno fuorviante che non vederlo da nessuna parte. Diceva Agostino: “Quando viene accusato, il diavolo ne gode. Addirittura, vuole che tu lo accusi, accetta volentieri ogni tua recriminazione, se questo serve a distoglierti dal fare la tua confessione!”.

Si capisce quindi la prudenza della Chiesa nello scoraggiare la pratica indiscriminata dell’esorcismo da parte di persone che non hanno ricevuto nessun mandato per esercitare questo ministero. Le nostre città pullulano di persone che fanno dell’esorcismo una delle tante pratiche a pagamento e si vantano di togliere “fatture, malocchio, iella, negatività maligne su persone, case, negozi, attività commerciali”.
Stupisce come in una società come la nostra così attenta alle frodi commerciali e pronta a denunciare casi di millantato credito e abusi nell’esercizio della professione, si trovino tante persone disposte a bere panzane come queste. Prima ancora che Gesù, quel giorno nella sinagoga di Cafarnao, dicesse qualcosa, lo spirito immondo si sentì snidato e costretto a venire allo scoperto. Era la “santità” di Gesù che appariva “insostenibile” allo spirito immondo.
Il cristiano che vive in grazia ed è tempio dello Spirito Santo, porta in sé un po’ di questa santità di Cristo ed è proprio essa che opera, negli ambienti in cui vive, un silenzioso ed efficace esorcismo.
Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti

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*padre Raniero Cantalamessa



P. Raniero Cantalamessa, dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini, è nato a Colli del Tronto (AP) il 22 Luglio 1934. Ordinato sacerdote nel 1958, si è laureato in Teologia a Friburgo, Svizzera, e in Lettere classiche all’Università Cattolica di Milano.
Già professore ordinario di Storia delle origini cristiane e Direttore del Dipartimento di scienze religiose dell’Università del Sacro Cuore di Milano, è stato membro della Commissione Teologica Internazionale dal 1975 al 1981 e, per dodici anni, membro della delegazione cattolica per il dialogo con le Chiese Pentecostali.

Nel 1979 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno al ministero della Parola. È stato nominato da Giovanni Paolo II Predicatore della Casa Pontificia nel 1980 e confermato in tale carica da Benedetto XVI nel 2005. In questa veste detta ogni settimana, in Avvento e in Quaresima, una meditazione in presenza del Papa, dei cardinali, vescovi, prelati e superiori generali di ordini religiosi. È chiamato a parlare in molti paesi del mondo, spesso anche da fratelli di altre denominazioni cristiane.
Ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza all’Università Notre Dame di South Bend (Indiana), in Scienze della comunicazione all’Università di Macerata e in Teologia all’Università Francescana di Steubenville (Ohio).

Oltre i libri scientifici scritti come storico delle Origini Cristiane, sulla Cristologia dei Padri, la Pasqua nella Chiesa antica e altri temi, ha pubblicato numerosi altri libri di spiritualità, frutto della sua predicazione alla Casa Pontificia, tradotti in una ventina di lingue.

Dal 1994 al 2009, ogni Sabato sera ha tenuto su Rai Uno la rubrica di spiegazione del vangelo della Domenica “Le ragioni della speranza”.

Dal 2009, quando non è impegnato nella predicazione alla Casa Pontificia e in altre parti del mondo, vive nell’Eremo dell’Amore Misericordioso di Cittaducale (RI), prestando il suo servizio sacerdotale a una piccola comunità di monache claustrali.

Il 18 luglio 2013 è stato confermato da papa Francesco nell’ ufficio di Predicatore della Casa Pontificia.