giovedì 29 dicembre 2016

Festa della famiglia. Quale?

Sacra Famiglia

di Angelo Busetto

La festa della Santa Famiglia di Nazaret quest'anno si sfila quasi dal calendario, non trovando una domenica in cui collocarsi tra Natale e Capodanno, e finisce in un magro venerdì. Quello che accade incidentalmente nel calendario liturgico sembra un riflesso dello smarrimento del senso della famiglia che serpeggia nella società. Quando gruppetti di donne singole si radunano nel bar sottocasa, o più frequentemente vi stazionano giovanotti attempati, si diffonde una sensazione di solitudine, come nei racconti dell'Ottocento con le vicende dei ragazzi senza famiglia. Donne sole e padri separati, bambini alloggiati con la mamma in casa dei nonni, coppie deboli e labili con frequente cambio di partner, così da non lasciare il  tempo di memorizzarne i nomi, creano disorientamento e dissesto. Sarebbe semplice risolvere il problema di un letto in cui dormire e del piatto caldo, se i due fratelli si frequentassero o tornassero ad abitare con i genitori 'fastidiosi'. Sarebbe semplice gustare la bellezza della casa se papà e mamma si parlassero senza litigare.
In questo frangente, la famiglia di Nazaret rimane piantata in tutti i presepi delle Chiese e delle case, per riapparire puntualmente nel calendario festivo dei prossimi sei anni. Soprattutto, la famiglia di Nazaret riemerge nelle famiglie con papà e mamma e figli che continuano ad abitare le case, ad attraversare le piazze e a battezzare i bambini. Riemerge tra le onde della nostra società, nelle esperienze di accoglienza e di misericordia che illuminano il volto delle comunità cristiane. Siamo pervasi da una grande nostalgia di famiglia: gli anni e i giorni ci sono dati per farci toccare con le nostre mani e vedere con i nostri occhi la bellezza dell'amore.
Ne ha voluto fare esperienza lo stesso Figlio di Dio, nato da donna e cresciuto come figlio di Giuseppe. Che cos'ha di straordinario la famiglia di Nazaret? Che cos’ha di straordinario una famiglia cristiana? Gesù presente nella quotidianità dei giorni! Moglie, marito e figli non sono soli: Cristo abita la casa, riconosciuto e accolto anche nell’esperienza del limite. C’è da augurare alle famiglie di vivere di questo Amore, ricevuto nel giorno del matrimonio e continuamente domandato come grazia che riaccade.

Nei giorni di insufficienza e di fatica, si chiede perdono a Dio e si ricomincia con il suo aiuto. Stare di fronte alle circostanze affidandosi a Cristo, fa insorgere la letizia dal profondo del cuore. Niente diventa obiezione all'unione sacramentale, nemmeno i peccati, poiché l'Amore vive per sempre! Chi divorzia perde tantissimo, anzi, perde tutto. In casi estremi il divorzio o almeno la separazione sembrano essere l'unica soluzione, ma i miracoli accadono anche nelle famiglie.
La famiglia è l'esperienza più straordinaria di un amore non più  basato sul sentimentalismo, ma su un Amore più  grande, che è quello della Trinità. La Sacra Famiglia ha di speciale che è la prima famiglia cristiana, quella che incessantemente si costituisce ad immagine della Trinità.
Il Natale contribuisce a rendere più evidente la bellezza della famiglia. Venendo a nascere in una famiglia, il Figlio Gesù ha tradotto in termini umani l'abisso dell'amore infinito di Dio Padre e dello Spirito Santo. E' un raggio che torna a illuminare, una corrente che continua a scorrere nei campi riarsi delle nostre contrade. Lungo il percorso della storia, l'umanità è risorta mille volte dalla tragedia della disperazione e del nulla, per una potenza di grazia. La famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe apre un percorso di compagnia e di redenzione per ogni bimbo e per ogni padre e madre, per ogni uomo e ogni donna, bisognosi di respirare l'aria bella e pulita dell’amore ricevuto e donato.

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Famiglia, speranza per il mondo
di Margherita Garrone

Chi si accorgerà quest’anno della festa della Sacra Famiglia? Abituati a celebrarla la prima domenica dopo il S. Natale, quest’anno non la troviamo più in molti calendari. Tutti d’accordo? il nuovo governo si è dimenticato di dare l’incarico per la famiglia; il Pontificio Consiglio per la Famiglia, tanto importante per S. Giovanni Paolo II, ora non lo si riconosce più, confuso com’è da tanti altri Consigli accorpati.
Forse perché è diventato difficile parlare ancora di Famiglia al singolare e senza ulteriore qualifica. Ma la festa di oggi, 30 dicembre, si riferisce alla Sacra Famiglia. Anche questa può ancora sempre dare tanto fastidio? Come ai tempi di Marx, la Sacra Famiglia di Nazareth è il nemico da annientare? Eppure, oggi come ieri e come sempre, l’Incarnazione passa attraverso la S. Famiglia di Nazareth!
“Con l'Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo”, ciò è avvenuto proprio “a cominciare dalla famiglia”. “Il Figlio Unigenito, Dio da Dio, Luce da Luce, è entrato nella storia degli uomini attraverso la famiglia”. “Il mistero divino dell’incarnazione”, “la Via della Chiesa” (Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie, 2). Era il 1994, anno internazionale della famiglia indetto dall’ONU, accolto dalla Chiesa con uno slancio apostolico esemplare poiché da Cristo è stata inviata a tutte le nazioni.
Quando poi si dice, a torto, che la Chiesa nei documenti precedenti la “Amoris laetitia” negava la “misericordia” verso le famiglie in difficoltà per mantenere una certa rigidità formale nel rispetto della “norma”, invito a rileggere la “Lettera alle famiglie”, paragrafo 3, dove Giovanni Paolo II scrive (citando la “Familiaris Consortio” del 1981:
“In questo testo si affronta una vasta e complessa esperienza che riguarda la famiglia, la quale, tra popoli e Paesi diversi, rimane sempre e dappertutto « la via della Chiesa ». In certo senso lo diventa ancora di più proprio là dove la famiglia soffre crisi interne, o è sottoposta ad influenze culturali, sociali ed economiche dannose, che ne minano l'interiore compattezza, quando non ne ostacolano lo stesso formarsi”.
E ancora al n. 5: “Possano tutte (le famiglie) sentirsi abbracciate dall'amore e dalla sollecitudine dei fratelli e delle sorelle! La preghiera, nell'Anno della Famiglia, costituisca anzitutto un'incoraggiante testimonianza da parte delle famiglie che realizzano nella comunione domestica la loro vocazione di vita umana e cristiana. Sono tante in ogni Nazione, diocesi e parrocchia! Si può ragionevolmente pensare che esse costituiscano « la regola », pur tenendo conto delle non poche « situazioni irregolari ». E l'esperienza dimostra quanto sia rilevante il ruolo di una famiglia coerente con la norma morale, perché l'uomo, che in essa nasce e si forma, intraprenda senza incertezze la strada del bene, inscritta pur sempre nel suo cuore. Alla disgregazione delle famiglie sembrano purtroppo puntare ai nostri giorni vari programmi sostenuti da mezzi molto potenti. A volte sembra proprio che si cerchi in ogni modo di presentare come « regolari » ed attraenti, conferendo loro esterne apparenze di fascino, situazioni che di fatto sono « irregolari ». Esse infatti contraddicono « la verità e l'amore » che devono ispirare e guidare il reciproco rapporto tra uomini e donne e, pertanto, sono causa di tensioni e divisioni nelle famiglie, con gravi conseguenze specialmente sui figli”. 
La Sacra Famiglia: un padre, una madre, un figlio.
Padre veramente padre? Sposo veramente sposo? Madre e vergine?
Quanto grande ed esemplare e totalmente vissuta nel dono incondizionato di sé sia l’Amore in questa famiglia, se non ci fermiamo un momento e alziamo gli occhi all’opera dello Spirito Santo non riusciamo a vederlo. Le parole del Vangelo di Matteo (1, 24ss): “Giuseppe prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù”, dichiarano la paternità di Giuseppe.
Padre Giuseppe? Sì, ne fa fede la genealogia di Matteo dove, dopo aver qualificato Giuseppe discendente di Davide, aggiunge “lo sposo di Maria, dalla quale fu generato Gesù” (Mt 1, 16). Il Cristo inserito nella discendenza di Davide: “Figlio di Davide”, come lo dichiarano a Gesù i farisei (Mt 22,41); è l’adempimento della promessa fatta ai Padri, e nello stesso tempo “concepito per opera dello Spirito Santo”, unico Figlio di Dio.
“Lo chiamerai Gesù” (Mt 1,21). È compito del padre conferire il nome e presentare il primogenito al Tempio in ricordo dell’Esodo. Giuseppe, lo sposo di Maria. Un onore così grande, il giusto Giuseppe non lo avrebbe mai chiesto; aspirava ad un giusto amore con la sua sposa, un amore umano. Ma lo Spirito Santo gli consegnò l’amore coniugale più perfetto, superando la stessa corporeità, e “proprio il matrimonio tra Giuseppe e Maria realizza in piena libertà il dono sponsale di sé” (RC 7).
Come nel ’94, anche oggi riponiamo ogni speranza per il mondo nella famiglia: luogo del dono incondizionato di sé e dell’accoglienza della vita. E con Giovanni Paolo II preghiamo in questa santa Festa della Famiglia di Nazareth:
“Dio, dal quale proviene ogni paternità in cielo e in terra,
Padre, che sei amore e vita,
fa’ che ogni famiglia umana sulla terra diventi,
mediante il tuo figlio, Gesù Cristo, "nato da donna",
e mediante lo Spirito Santo, sorgente di divina carità,
un vero santuario della vita e dell’amore
per le generazioni che sempre si rinnovano. 
Fa’ che la tua grazia guidi i pensieri e le opere dei coniugi
verso il bene delle loro famiglie
e di tutte le famiglie del mondo. 
Fa’ che le giovani generazioni trovino nella famiglia un forte sostegno
per la loro umanità e la loro crescita nella verità e nell’amore.
Fa’ che l’amore, rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio,
si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi,
attraverso le quali, a volte, passano le nostre famiglie. 
Fa’, infine, te lo chiediamo per intercessione della sacra famiglia di Nazaret,
che la Chiesa in mezzo a tutte le nazioni della terra
possa compiere fruttuosamente la sua missione
nella famiglia e mediante la famiglia. 
Per Cristo nostro Signore,
che è la via, la verità e la vita
nei secoli dei secoli. Amen”.

Lanuovabq