martedì 20 dicembre 2016

Gender a scuola. L’opposizione di Giovanardi

Risultati immagini per carlo giovanardi
Legislatura 17ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 734 del 14/12/2016
(Bozze non corrette redatte in corso di seduta)
SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVII LEGISLATURA ——

734a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
MERCOLEDÌ 14 DICEMBRE 2016
_________________
Presidenza del presidente GRASSO
RESOCONTO STENOGRAFICO
Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri (ore 9,39)
GIOVANARDI (GAL (GS, PpI, M, Id, E-E, MPL)). Signor Presidente, attraverso di lei mi rivolgo direttamente al Presidente del Consiglio e al ministro dell’istruzione Fedeli, che non è presente; mi rivolgo in particolare a quest’ultima, perché tratterò un unico argomento nel mio intervento. La senatrice Fedeli, infatti, è la prima firmataria (voglio essere preciso) del disegno di legge n. 1680, “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università”, con uno stanziamento – udite, udite – di 200 milioni di euro. La legge presentata dalla senatrice Fedeli prevede 200 milioni di euro per svolgere questa attività di gender nelle scuole.
E qual è la finalità di questa legge? Anche qui leggo testualmente, perché ci capiamo: rendere obbligatori «i piani dell’offerta formativa delle scuole di ogni ordine e grado» – quindi si comincia dalle scuole materne – adottando «misure educative volte alla promozione di cambiamenti nei modelli comportamentali al fine di eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza». Ad esempio l’istinto materno, che naturalmente non esiste ed è una sovrastruttura della politica; quindi naturalmente fin da bambini bisogna educarli all’eliminazione di questi stereotipi.
Naturalmente questa nomina ha suscitato grande preoccupazione nelle famiglie, ma anche gli entusiastici applausi del circolo «Mario Mieli». Lo dico per l’ennesima volta in quest’Aula: il circolo «Mario Mieli» è intitolato a un noto sostenitore della pedofilia, a un cantore della pedofilia. Inutilmente abbiamo chiesto che il Governo Renzi interrompesse i rapporti con questo circolo, intestato a un noto pedofilo; speriamo che il nuovo Governo si decida farlo. Noi abbiamo più volte denunciato, carte alla mano, questo tentativo di colonizzazione ideologica della scuola pubblica e abbiamo più volte affermato, assieme a milioni di italiani nelle piazze del family day: «giù le mani dai bambini». E lo ripeto in Senato: giù le mani dai bambini. (Applausi dal Gruppo FI-PdL XVII).
Mi rivolgo oggi, nell’Aula del Senato, al nuovo Ministro affinché accantoni, da Ministro, i suoi progetti di quando era senatore. In caso contrario, infatti, è evidente che la nostra protesta e la nostra iniziativa politica saranno durissime in Parlamento e anche nel Paese. Credo che dopo quello che è successo al referendum, che ha visto il 60 per cento dei voti contrari a quello che con sicumera e arroganza era stato sostenuto in questa sede, sfidando tutti a confrontarsi con il Paese, anche queste certezze sulle sorti progressive, mi rivolgo anche al ministro Costa, attraverso le quali si andava a dare il materiale che abbiamo raccolto, distribuito dal Governo, spiegando a bambini di quattro anni che due pinguini maschi fanno l’uovo, che due uomini cioè generano i bambini, e questa forma terribile di indottrinamento vengano finalmente accantonate.
Per quanto mi riguarda, è evidente che questo è un motivo in più per votare la sfiducia a questo Governo, nel quale devo dire, senza far nomi perché è sempre antipatico, troppi Ministri e Sottosegretari, come i bugiardi e i falsari di parole, così li definisce Dante nel trentesimo Canto dell’Inferno, fanno finta di non ricordarsi, anche se glielo ricordano le televisioni, le loro affermazioni sui social che in caso di vittoria del «no» al referendum, si sarebbero responsabilmente ritirati a vita privata; adesso li troviamo invece nuovamente seduti ai banchi del Governo. (Applausi dei senatori Compagna, Ferrara Mario e Rizzotti).