giovedì 16 novembre 2017

Giovedì della XXXII settimana del Tempo Ordinario



È lungo i sentieri dell'esistenza quotidiana
che potete incontrare il Signore! 
Questa è la fondamentale dimensione dell'incontro:
non si ha a che fare con qualcosa, 
ma con Qualcuno, con il Vivente.

 Giovanni Paolo II, Messaggio per la XII giornata mondiale della Gioventù, 1997

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Dal Vangelo secondo Luca 17,20-25 

In quel tempo, interrogato dai farisei: “Quando verrà il regno di Dio?”, Gesù rispose: “Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!”. 
Disse ancora ai discepoli: “Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. 
Vi diranno: Eccolo là, o eccolo qua; non andateci, non seguiteli. Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione”.

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Viviamo chiedendoci "quando verrà il Regno" in cui Dio, con eventi straordinari, darà finalmente una sterzata al grigiore dei nostri giorni: un figlio, un lavoro, un fidanzato, la guarigione, un sogno realizzato, una vacanza, la fortuna al "gratta e vinci". Ma il Regno di Dio non è magia, esoterismo o fantasia, "non attira l'attenzione" morbosa degli astrologi, si cela, invece, nella "brezza leggera" che ogni mattino ci annuncia la vita concreta che ci attende. La Buona Notizia che i cristiani recano al mondo è la possibilità, in loro realizzata, di vivere ogni giorno nel grigio di quel giorno, sino in fondo, come un "re" nel suo regnoStare dove il Signore ci ha posti, senza sperare un altro luogo, senza voli mentali in paradisi illusori annunciati da falsi profeti che ci vogliono spingere "qua e là", oggi a destra e domani a sinistra, padri d'ogni ideologia e utopia. Per chi guarda gli eventi con gli occhi della fede, il grigio rivela i colori meravigliosi dell'amore di Cristo che vi si nascondono: "come il lampo, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo". Il Regno di Dio è carne ed ossa, uno sguardo e parole mai udite, è mia moglie, mio marito, i miei figli, questa casa e questo ufficio, il banco della frutta e l'ambulatorio, l'ufficio postale e la riunione di condominio. E' misteriosamente Cristo vivo "in mezzo a noi" come una presenza assoluta, il senso primo e ultimo di tutto, perché nel suo amore tutto è trasfigurato, rimanendo però agli occhi della carne quello che è sempre stato. Ma perché giunga il compimento del Regno, è "necessario" un "prima" intinto nelle "sofferenze" e nel "ripudio", quello dove noi per primi come gli apostoli abbiamo condotto il Signore. Ma era proprio sulla Croce che Lui "doveva" salire, altrimenti non ci avrebbe strappato al potere del peccato. Così, è altrettanto "necessario" che anche noi, apostoli e testimoni del suo amore, "soffriamo molto e siamo rifiutati", per preparare ogni "generazione" - proprio chi ci è accanto ora - ad accogliere il trionfo di Cristo. Il male si assume, un giorno senza sofferenza e senza Croce è un giorno perso. I momenti più fecondi, infatti, sono proprio quelli che assomigliano allo spirare di Gesù in Croce, quando anche Dio pare averci abbandonato, e ci consumiamo nel "desiderio di vedere il giorno" della vittoria di Cristo, e ci sembra di non essere esauditi. Ma già in questo "prima", come un seme gettato in terra, è presente ed operante il "dopo" del Regno eterno di Dio, verso cui siamo chiamati ad orientare la nostra vita, "afferrando", come scriveva il Card. Van Thuan, "le occasioni che si presentano ogni giorno, per compiere azioni ordinarie in un modo straordinario, e vivere ogni giorno, ogni minuto come l'ultimo della vitaLasciare tutto ciò che è accessorio, concentrandoci soltanto sull'essenziale".